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Detech Chaser: la sfida continua…

È arrivato finalmente il momento di parlare dell’ultimo nato in casa Detech, il Chaser.

Dopo aver conquistato i favori di tantissimi detectoristi con le sue famose piastre e con i detector a controllo analogico EDS Plus, Winner I e II, Reacher, Gold Catcher e Relic Striker, l’azienda bulgara diretta dall’Ing. Rumen Kanev è entrata sul mercato con la sua prima macchina a controllo digitale e dotata di display.

Qualche tempo fa abbiamo avuto il piacere di ricevere in redazione uno degli ultimi modelli di Chaser, che monta la revisione firmware 1.107 (N.d.R. ci risulta che, successivamente all’invio dell’unità, la Detech abbia ulteriormente aggiornato il software del detector, come poi leggerete nel corso della recensione) insieme a ben tre piastre: una Ultimate 9” (la piastra di serie), la SEF 12”x10” e la piccola DD 6”x6”.

Questa è la prima parte della recensione AMD del Detech Chaser. Aspettatevi quindi un seguito, con le prove in spiaggia che verranno effettuate dagli altri componenti del team.

Siete curiosi di saperne di più? Continuate a leggere questo articolo allora…

MECCANICA E ASSEMBLAGGIO

Il Detech Chaser ha una meccanica che rappresenta un deciso passo avanti rispetto ai modelli precedenti.

Innanzitutto per i materiali impiegati: invece di usare stem (aste) in alluminio, il Chaser impiega, per due terzi, la più leggera ma più robusta fibra di carbonio, utilizzata solitamente solo su macchine dal costo notevolmente superiore. Il detector è costruito in configurazione “straight stems” ovvero con aste dritte, su chiara ispirazione del sistema Andersen che tanti fan ha conquistato nel corso degli ultimi dieci anni.

Il sistema di bloccaggio è il classico spring-lock regolabile per adattarsi all’altezza dell’utente, unitamente a due collar-lock per rendere le aste rigide e praticamente monolitiche. La macchina, quando completamente collassata, occupa pochissimo spazio ed entra comodamente in uno zaino di normali dimensioni.

Il control box è posizionato sulla sommità dell’impugnatura (questa rivestita da due “guancette” in similpelle per rendere la presa più confortevole) ed è, per dimensioni, molto simile a quello del Reacher.

Ovviamente la novità più eclatante è il display monocromatico ad alta risoluzione che permette di visualizzare le informazioni di settaggio, i vari menù, e i VDI collegati ai target rilevati dallo strumento.

I comandi della macchina sono pilotabili con tasti a membrana, resistenti alla pioggia e agli schizzi d’acqua. Il loro livello ergonomico è sufficiente ed è possibile raggiungere tutti i tasti senza dover allontanare la mano dall’impugnatura.

Il poggiagomito, di dimensioni adeguate, è rivestito da similpelle come l’impugnatura ed è regolabile grazie alla presenza di due viti. Un’utilissima, almeno per me, banda di nylon con chiusura a velcro, completa il blocco del gomito rendendo l’utilizzo ancora meno stressante dal punto di vista muscolare.

Montando la piastra di serie, la Ultimate 9”, il detector risulta molto ben bilanciato e con una distribuzione dei pesi eccellente. La bobina è molto leggera e permette di conseguenza una spazzolata veloce ed agile praticamente in ogni contesto di ricerca.

L’unità è ovviamente dotata di speaker per tutti coloro che non vogliono utilizzare le cuffie che, comunque, è possibile collegare grazie al connettore mini-jack da 3.5mm.  Ultima chicca, che sta diventando molto apprezzata tra i detectoristi, è la presenza di 2 LED di illuminazione frontale, attivabili o disattivabili, per tutti coloro che vogliano utilizzare lo strumento in condizioni di scarsa luce, per illuminare il terreno coperto dalla piastra.

Il cavo di collegamento alla piastra è piuttosto morbido e di buona qualità, così come il connettore, provvisto di ghiera di bloccaggio.

ACCENDIAMO LA MACCHINA…

Per accendere lo strumento basterà pigiare l’apposito tasto sul control box. Dopo qualche secondo e qualche “beep”, il detector sarà pronto ed operativo. Nella parte superiore del display avremo una serie di informazioni collegate al settaggio attivo e alle condizioni di carica della batteria (N.d.R. la Detech, come da tradizione, fornisce nella confezione un set di 4 pile stilo ricaricabili NiMh e un caricabatterie), il setting della retroilluminazione del display e dei LED anteriori, il livello di Sensibilità, il Volume audio, lo status del Gain (HIGH o LOW), l’impostazione dei toni, il programma di discriminazione e, dopo l’eventuale calibrazione, il valore VDI del punto di bilanciamento del terreno.

Nella parte centrale del display troveremo, in bella vista, il VDI a due cifre del target rilevato, mentre nella zona sottostante potremo tenere sotto controllo l’impostazione di discriminazione che va da -90 (massimo ferroso) a +90 (massimo non ferroso). Tecnicamente parlando si tratta di un sistema di identificazione/discriminazione molto accurato, tenendo conto che la tecnologia VLF/IB, basata sul ritardo di fase, ha una escursione di 180° tra il massimo ferroso e il massimo non ferroso. Il Detech Chaser copre quindi tutto lo spettro con una risoluzione di 1°. Al momento solo alcune macchine White’s riescono ad avere una risoluzione leggermente migliore (191 VDI contro 181).

Appena acceso il detector è già pronto per la ricerca ma, se si vogliono ottimizzare le sue prestazioni, è possibile calibrarlo al top. Il control box, come si vede nella foto, è dotato di controlli per selezionare il programma operativo (PROGRAMS), l’accesso ai menù (MENU), il selettore della modalità audio (ONE TONE/MIXED) e il tasto per il bilanciamento del terreno (GROUND BALANCE). Il tasto centrale inoltre permette di attivare il pinpointer VCO integrato e/o ritornare alla modalità di ricerca operativa (PINPOINT/DETECT)

Ai lati estremi del control box troveremo delle frecce “-“ e “+”, per modificare i vari parametri del menù o per cambiare l’impostazione di discriminazione, il controllo della retro/frontale illuminazione e l’interruttore di accensione/spegnimento.

Per iniziare ad utilizzare il Chaser non dovremo fare altro, come già detto, che accenderlo.

Se invece volessimo cambiare la sua impostazione di base, potremo utilizzare innanzitutto il tasto PROGRAMS per selezionare i programmi COINS (Monete), RELIC (Reliquie), BEACH (Ricerca in Spiaggia) o DISC ZERO (Modalità ALL METAL). Ognuno di questi programmi varierà il livello di discriminazione dello strumento per adattarsi ai vari contesti di ricerca. Ovviamente è sempre possibile modificare questi settaggi per adattarsi alle proprie esigenze.

Premendo il tasto MENU si accederà alle impostazioni funzionali dello strumento. Il detector mostrerà quindi 6 icone, relative ai parametri di Sensibilità, Volume (dell’audio dei target NON discriminati), Guadagno (HIGH o LOW), Toni (Singolo o Mixed Audio a 2 toni), Frequency Shift (per ridurre l’impatto delle interferenze) e Memory (per costringere la macchina a memorizzare le impostazioni selezionate o meno).

Una volta scelto il programma base, impostata la sensibilità, il volume e i toni (1, 2 o Multitono), sarà utile premere il tasto GROUND BALANCE che permette di regolare in modo semi-automatico o manuale il bilanciamento del terreno.

Prima di andare avanti con la recensione lasciatemi fare un breve appunto che mi ha dato una certa soddisfazione…

Ho avuto la possibilità, nel corso degli ultimi anni, di poter scambiare idee con il capo progettista e amministratore delegato della Detech, l’Ing. Rumen Kanev. Nelle nostre numerosissime email, ho espresso diverse volte la ferma necessità di introdurre nei detector Detech una modalità audio che andasse oltre il mono-tono. Con grande piacere ed onore da parte mia, l’Ing. Kanev ha, nel tempo, prima introdotto il Mixed Audio (2 toni) e, finalmente, una modalità FULL TONES nel Detech Chaser. Spero quindi che questa innovazione sia di gradimento per gli utenti di questa macchina.

PROVE IN RICERCA VERA

Sin dall’annuncio di questa macchina ho avuto una grandissima curiosità di sperimentarla sul campo. Avevo letto qualche recensione e visto qualche video realizzati da persone che avevano utilizzato unità con firmware precedenti a quello che monta il detector che mi è stato spedito e i commenti erano contrastanti.

C’era chi ne elogiava la potenza e chi invece metteva in luce alcuni bug che affliggevano le prime release del software.

Ero quindi davvero eccitato nel verificare come effettivamente si sarebbe comportata questa nuova versione del Chaser.

Mi sono quindi recato su campi che conosco piuttosto bene e che uso molto spesso per avere un confronto obiettivo delle prestazioni in termini di profondità, reattività, separazione, gestione della mineralizzazione e delle EMI.

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Ho iniziato i miei test con la piastra da 9” DD di serie. Con questa configurazione, come ho già accennato, lo strumento è leggerissimo e molto maneggevole. Ho sperimentato quindi sul terreno innanzitutto la bontà del sistema di bilanciamento che, posso confermarlo, funziona in maniera egregia in special modo sul mineralizzato e che impiega solo pochissimi secondi per tararsi in maniera perfetta.

Su terreni neutri o alcalini, ho scoperto durante le prove come mantenere la macchina ultrastabile: basta “forzare” il punto di bilanciamento al suo estremo sinistro (-90). In questo modo tutti i falsi segnali dovuti al mancato agganciamento del punto di compensazione vengono completamente annullati.

Per prendere mano con il detector ho utilizzato dei setting piuttosto “rilassati”, con Gain in LOW e Sensibilità di default a 80. Con la discriminazione impostata sui primi 30 valori negativi, praticamente è quasi impossibile scavare il ferro piccolo e anche quello un po’ più grandicello è ben segnalato con toni spezzati ed immediatamente comprensibili.

Con impostazioni così semplici mi aspettavo un risultato mediocre ma mi sono dovuto presto ricredere: il Chaser mi ha permesso di rilevare target non ferrosi a profondità notevoli anche su terreni difficili.

Ero ovviamente interessato alle novità introdotte dalla Detech, primis in tutto, il VDI, e ho effettuato delle lunghe sessioni di ricerca vera per verificarne l’affidabilità. Nei giorni precedenti ai test infatti, avevo ricevuto alcuni messaggi da altri utenti che si lamentavano di una certa “grossolanità” nell’indicazione.

A questo punto ho voluto investigare in maniera approfondita…

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Dopo pochi minuti ho capito il perché di queste lamentele: lo strumento possiede una sensibilità “extra-piastra” notevole e se il target non è centrato bene a volte può fornire indicazioni a video meno stabili di quello che si desidera. Chi segue questo blog potrà aver già letto il mio articolo sull’argomento (LINK) che chiarisce nel dettaglio questo fenomeno e fornisce utili consigli per ottenere il top delle prestazioni.

Se infatti si cura lo stile di spazzolata e si fa buon uso del pinpointer per centrare i segnali, il VDI diventa davvero molto preciso e decisamente stabile.

Naturalmente ho provato a “spingere” la macchina con setting e programmi più avanzati e si è dimostrata un piccolo mostro di prestazioni: velocissima, davvero molto profonda e capace di separare i target in maniera magistrale.

Nei miei campi stra-battuti sono riuscito a trovare altri oggetti interessanti, con una media di profondità che mi ha letteralmente stupito.

Cambiando le impostazioni della macchina ho dovuto verificare come ancora il software del detector sia un po’ giovane, con alcune piccole correzioni che lo renderebbero ancora più piacevole da usare.

Onestamente si tratta di piccole cose, che non compromettono in minimo modo le prestazioni del Chaser e che la Detech sta migliorando di continuo e che, probabilmente, al momento della pubblicazione di questo articolo, potrebbero essere già state sistemate.

Per fare un esempio, in modalità MultiTono, il tono legato ai VDI più elevati ha un volume un po’ bassino, perfettamente udibile usando le cuffie, ma migliorabile se invece non si usano.

Con grande piacere però ho avuto conferma che questo piccolo bug è stato corretto e che nelle macchine in commercio ora il volume è perfettamente adeguato su tutti i VDI.

Altro piccolo bug è legato al reset dei parametri di sensibilità quando si cambia la modalità audio tra Singolo, Mixed Audio e ToneID. Nulla di troppo scomodo, dato che bastano solo pochi secondi per reimpostare i valori.

I FAMOSI “VDI -45/+45”

Tutti coloro che conosco e che hanno provato il Chaser prima di me si sono lamentati di una cosa: la macchina troppo spesso segnala i target con VDI +45, quando non ferroso, o -45 quando ferroso.

Li per lì si è pensato ad un enorme bug ma parlando con i progettisti ho avuto una risposta davvero interessante. Il costruttore infatti ha pensato di introdurre questi due speciali VDI (-45 e +45) per comunicare all’utente che il target è molto superficiale (diciamo da 0 a circa 2-3 cm). In questo modo il cercatore saprà che l’oggetto rilevato è molto vicino alla piastra e spesso basterà una decisa “pedata” al terreno per estrarlo, senza bisogno di effettuare alcuno scavo.

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Tra l’altro, è sempre possibile ottenere il VDI corretto del target semplicemente spazzolandoci sopra mentre si tiene la piastra leggermente sollevata. Questa caratteristica unica, per una questione di tempistiche produttive, è sfuggita nel manuale originale ma la Detech sta pubblicando dei nuovi manuali, inclusi nelle versioni più recenti del Chaser, che spiegano in modo chiaro come utilizzare al meglio questa feature.

LA GESTIONE DELL’IRON MASKING

Quando ho usato il Chaser sul campo, sia con la piastra di serie da 9” che con quella, più potente, SEF 12”x10”, l’ho voluto espressamente stressare molto per capire quanto fosse efficiente nella gestione dell’iron masking. Sono andato quindi su un terreno letteralmente tappezzato di ferraglia, per misurarne le prestazioni. L’eccellente velocità di reazione del detector, unita all’ottimo audio, mi hanno dato grandi soddisfazioni. Paradossalmente sono stato più colpito dal risultato della SEF 12×10 (piastra non proprio microscopica) rispetto a quelle, che un po’ mi attendevo, della 9”.

Non fraintendetemi… su campi infestati di ferraglia la 9” resta veramente il top (e se volete c’è anche la 7” per zone ancora più estreme) ma vedere una SEF 12×10 separare così bene i target è stata una rivelazione.

TEST IN AMBIENTE CONTROLLATO

Dopo i numerosi test in ricerca vera, ho portato il Chaser nel mio testbed che, ormai, utilizzo da anni e che probabilmente conoscete anche meglio di me. Terreno mineralizzato (ematite) con monete da 20 EuroCent sepolte a 5, 12-15 cm (insieme ad un chiodo di ferro) e a 28 cm.

Il Chaser ha superato brillantemente tutte le prove anche con Gain su LOW e senza mettere al massimo la Sensitivity sia con la piastra da 9” che con la SEF 12×10. Ovviamente con la 7” la moneta a 28 cm è stata solo “spizzicata”.

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Tra l’altro, messo a confronto con alcuni modelli top di note marche americane e europee, la rilevazione è risultata nettamente più solida, netta e priva di incertezze. Addirittura con VDI piuttosto chiaro anche sulla moneta a 28 cm!

Il Chaser si è comportato in modo egregio anche con i target a 5 e 12-15 cm coperti da mattone refrattario mineralizzato. Non essendo un pulse induction si è arreso solo con quella a 28 cm coperta dal manufatto.

CONCLUSIONI

Leonardo/”Bodhi3″

La Detech ha ovviamente inaugurato una nuova generazione dei propri detector. L’introduzione del multitono, del display, della gestione digitale dei settaggi, unite a piastre di primissimo livello, fanno pensare che nel prossimo futuro l’azienda bulgara sarà uno dei costruttori da battere nella dura competizione dei metal detector per uso hobbistico.

Sebbene sia un modello ancora in evoluzione, gli sforzi del costruttore sono notevoli per migliorare la macchina seguendo le indicazioni degli utenti. Si tratta poi di un cercametalli che “parla una sua lingua”, che una volta imparata, garantisce soddisfazioni ogni giorno. Basta solo un pizzico di pazienza…

Più uso il Chaser, più imparo a capire i suoi suoni, le sue risposte, più mi rendo conto che ho tra le mani un detector di assoluto riferimento.

Ora non resta altro che passare la palla ai miei compagni di team che si occuperanno di testare in modo rigoroso il detector sia in spiaggia che in montagna.

Stay tuned!

Leonardo Ciocca

AMD Tech Team
Email: lciocca@amdtt.it

Per ulteriori informazioni sul Detech Chaser:
DETECH METAL DETECTORS
Web: www.detech-metaldetectors.com

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