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TEST

Minelab GoFind 60: il piccolo e zainabile entry level dall’Australia

Anche per questa recensione noi di AMDTT ci siamo fatti in due…

Si, per testare il Minelab GoFind 60, modello maggiore della nuova serie di macchine economiche dell’azienda australiana, ci siamo divertiti io (Leonardo) e Matteo/”MatteoFra” a fare prove separate della macchina.

Questo per cercare di fornire dei differenti punti di vista, a seconda delle nostre predisposizioni e abitudini di ricerca e, in definitiva, i nostri gusti personali. Troverete quindi, nel proseguo di questo articolo, prima la mia prova e poi quella di Matteo. Ringraziamo ovviamente la Detector Center di Cervia per averci messo a disposizione la macchina per i test.

Buona lettura e buona ricerca!
Leonardo Ciocca e Matteo Franceschini
AMD Tech Team

PS Mi scuso con tutti i lettori per la mancanza di foto originali. Purtroppo, per un increscioso problema tecnico, abbiamo perso i file delle foto. Al loro posto abbiamo utilizzato foto disponibili in Internet.

minelab-go-find-60

Minelab GoFind 60: Mmmm… 
di Leonardo Ciocca/”Bodhi3″ – AMD Tech Team

Sto testando un Minelab GoFind 60 da un po’ di tempo.
Devo dire che la sua particolare meccanica collassabile ha subito attratto molto la mia attenzione, come quella della maggior parte dei cercatori. Grazie alla gentile disponibilità del distributore, ho potuto ricevere in prestito questa macchina che da tempo speravo di testare.
Scriverò qui, sinteticamente, le mie impressioni.

Meccanica e assemblaggio
minelab-go-find-60-photo-review-01La macchina si monta in un secondo, grazie al sistema di scorrimenti. Chiuso occupa pochissimo spazio e non ci sono cavi visibili.
Ahimè il poggiagomito è strettino anche per chi ha avambracci non troppo grandi come me. Fortunatamente c’è una banda con veltro che rende l’appoggio più stabile.
Il sistema di slittamento “a tacche” senza un sistema efficace di bloccaggio ho la sensazione che non duri molto, specialmente se si porta il GoFind in spiaggia, dove le infiltrazioni si sabbia potrebbero condannare la solidità. Fate poi attenzione a non usare troppa forza, o si sfilerà completamente.
Anche il blocco dell’asta terminale collassabile, con un “clic” finale, credo che non sia il top se si usa lo strumento in ambienti sabbiosi o polverosi.
La sensazione complessiva è “plasticosa” e poco solida. Con un uso normale l’asta tende anche un po’ a flettere quando si spazzola. Mi viene da pensare che in contesti con numerosi ostacoli naturali non sia in grado di durare molto.
La piastra, una concentrica a bobine RX e TX vicine e con avvolgimento Litz, nasce per offrire centramenti semplici ma relativamente poca profondità.

Controlli
Il display del GoFind è dotato di schermo LCD retroilluminato (una delle caratteristiche migliori!) e di led multicolor che si illuminano di rosso quando si rilevano target ferrosi o di verde per i target nobili. Il colore arancione invece è riservato alla modalità pinpoint.
I tasti sono a membrana e se si portano i guanti, spesso può capitare che non rispondano bene. L’ergonomia del box tutto sommato è buona, e tutti i tasti si raggiungono abbastanza facilmente anche con dita non tanto lunghe.

Modi d’uso
maxresdefaultLe possibilità di impostazione della macchina sono di per se molto limitate. L’intera scala di conduttività è divisa su 4 icone (con 4 suoni differenti) e il massimo che possiamo fare è discriminare dal ferro (1° icona) a salire fino alla massima non ferrosità (4° icona). Ahimè non è possibile effettuare discriminazione notch.
La macchina ha 5 livelli di sensibilità e 5 livelli di volume. Non ha un sistema di identificazione VDI e l’indicatore di profondità è praticamente inutile avendo solo 3 piccole tacchette.
Si può usare il GoFind sia con delle normali cuffie a filo (minijack) che con lo speaker integrato.

Connessione allo Smartphone
Chi vuole può, scaricando l’apposita app Minelab compatibile con iPhone e Android, controllare la macchina dal proprio smartphone ed aggiungere qualche funzionalità (tracciatura GPS, storico ritrovamenti) tra cui un migliore (ehm..) sistema di identificazione dei target che, letteralmente, impara a riconoscere i bersagli a mano a mano che si usa.
Impostando ad esempio i target monetari europei, al momento del ritrovamento di un target nobile, il software darà una sua interpretazione indicando, ad esempio, una moneta da 50 centesimi di Euro. A questo punto potremo, con un click, confermare o meno se la risposta è esatta o se invece si tratta di un target diverso. A seconda delle nostre risposte l’applicazione imparerà a raffinare le sue risposte diventando più preciso.
Va detto però che si tratta di un sistema ancora piuttosto rozzo e poco pratico e che spesso fornisce risultati sbagliati. Speriamo che nei prossimi aggiornamenti la sua funzionalità migliori.

Stabilità
La macchina tende, a mio parere, a dare diversi falsi segnali di troppo in generale. Se poi si lavora in una zona dove ci sono anche EMI diventa quasi esasperante. Non avendo poi alcuna possibilità di frequency shift, non ci resta che abbassare la sensibilità al minimo o chiudere il tutto e andare a casa.

Reattività
CatturaLa macchina è, tutto sommato, poco reattiva. Per un VLF mi aspettavo una prestazione molto migliore, in special modo da Minelab, che con la serie X-Terra ci aveva abituato a molto meglio. Spesso c’è un ritardo di diversi cm tra l’effettiva posizione del target e la riproduzione sonora/visuale. Se poi ci si trova a lavorare in mezzo allo sporco, c’è da diventare scemi.

Profondità
Come già accennato, questi modelli, dotati di queste piastre particolari, non puntano alla profondità. I target entro i primi 10-12 cm vengono sentiti senza problemi, oltre si inizia a far fatica, in special modo su terreni mineralizzati.

Discriminazione

Leonardo Ciocca
Leonardo Ciocca

La discriminazione del ferrò è buona, nessun commento. Per quanto riguarda i target a conduttività medio-bassa e medio-alta il discorso cambia un po’. La scelta di aver lasciato solo 4 tacche è troppo grossolana se si pensa che un semplice ACE 250 ne ha ben 12!

Conclusioni
Che dire, sinceramente questa macchina mi ha deluso un po’. Sicuramente se avete un figlio al quale volete affidare un detector leggerissimo, carino e che, tutto sommato, funziona, GoFind può essere una buona scelta, ma se cercate un detector più performante, ahimè, rischiate di rimanere poco contenti.

Buona ricerca!
Leonardo/”Bodhi3”
AMD Tech Team


Minelab GoFind 60: Ready-to-go!
di Matteo Franceschini/”MatteoFra” – AMD Tech Team

La curiosità era troppa e non vedevo l’ora di provare questo innovativo metaldetector. Le premesse per essere considerato il “più zainabile” c’erano tutte ma volevo capire il comportamento in ricerca sul campo.

Devo subito dire che averlo tra le mani è una sorpresa anche sapendo che pesa poco più di un kilogrammo: oltretutto le dimensioni lo rendono compatibile con zaini di medio litraggio essendo poco più di 55 centimetri tutto chiuso.

minelab-go-find-60-photo-review-06Per aprirlo bastano 15 secondi ed il metal è “ready to go”, si allunga il poggia gomito, si apre il display/impugnatura pigiando i due pulsantoni rossi laterali e poi tocca alle due aste inferiori: quella della piastra si estrae fino a fine corsa per bloccarsi con un click ed infine la lunghezza si regola con lo stem centrale dotato di blocco a clip.

Le plastiche mi hanno fatto storcere il naso, non sembrano resistere a continui apri e chiudi e durante il movimento di spazzolata la piastra flette leggermente dando l’impressione di poca solidità. Ulteriore problema dell’ hardware è dato dal microscopico poggiagomito, più adatto ad un bambino che non ad un adulto e, nonostante l’esiguo peso, è praticamente obbligatorio usarlo con la fascia in velcro in dotazione.

Ovviamente queste sono impressioni date da prove fatte in 6 uscite e la durata effettiva delle plastiche ce la dirà solo il tempo. Fate attenzione a fango, sporcizia e sabbia perché, intrufolandosi dappertutto, possono riservare brutte sorprese sia per le parti in movimento sia per l’elettronica. Come è chiaramente segnalato dal costruttore, non alzate mai la piastra al di sopra del display dopo averla immersa o bagnata in acqua: questa scenderà lungo gli stem direttamente nella parte elettrica ed elettronica della macchina.

Il display e l’ergonomia generale riflettono i principi costruttivi del GoFind: semplicità e praticità. Quattro grandi icone accompagnate da quattro suoni differenti ci indicheranno la diversa conduttività dei vari target trovati, in più questi verranno segnalati anche da una barra di led in alto rossi e verdi che aiuteranno anche il centraggio del pinpointer. Bisogna stare molto attenti alla discriminazione che andremo ad impostare visto che è lineare ed abbiamo solo quattro blocchi, il primo elimina il ferro mentre il secondo è indicato come stagnole ma da prove che ho fatto nel mio giardino, Cattura3lasceremo tutte le monete simili alle 1 lira del Regno d’Italia che cadono proprio in questo grande blocco, purtroppo insieme ad oro sottile e monetine di poco spessore.

Da qui in poi sono uscito discriminando solo il ferro e a volte neanche quello, a scapito di scavare un buon numero di stagnole e pacchetti di vecchie sigarette ma tirando su diversi bottoni che altrimenti avrei perso.

La ricerca con questo metal ha bisogno di una spazzolata lenta, senza fretta, pena la difficile separazione tra target adiacenti, mentre il ferro lo discrimina bene. Mi è capitato spesso di “strappare” un segnale e dover insistere sopra alcuni secondi per riagganciarlo o trovarmi spostato dalla verticale del target di alcuni centimetri a causa di un piccolo ritardo di segnalazione come se stessi utilizzando una cuffia bluetooth, quindi mi sento di riproporre il consiglio sopra: andate con calma!

Una delle ultime uscite l’ho divisa in due parti, la prima zona, interessata da EMI dovute a cavi dell’alta tensione e ripetitori, mentre la seconda zona con tanto inquinamento da immondizia anni ’80. Nella prima parte, il GoFind ha avuto bisogno di un ritocco alla sensibilità che ho abbassato di due tacche per avere una ricerca abbastanza tranquilla con massimo un falso segnale ogni 5/6 metri che sfortunatamente erano sempre con tono alto e mi hanno costretto tutte le volte a tornare indietro e verificare. In queste condizioni di potenza, tutti i target scavati erano entro i 10/12 centimetri in terreno poco mineralizzato.

minelab-go-find-60-photo-review-02Nella seconda zona da me indagata, ho potuto riportare la potenza al massimo ma sono stato costretto a discriminare anche il secondo blocco della stagnola altrimenti sarebbe stato impossibile cercare. Non potevo pretendere miracoli ma ho scavato tanta immondizia.

Il pinpointer è stato all’altezza della situazione centrando bene tutto quello che ho scavato.

Dopo aver fatto le prime uscite per prendere confidenza con la macchina, ho scaricato la app dedicata sul mio smartphone Android della Samsung: circa 26 MB di spazio occupato. Il collegamento tra smartphone e GoFind avviene via bluetooth, il tutto avviene in maniera rapida e pulita, senza riscontrare nessun problema sia per il telefono sia per il metal.

Se decidete di usare questa App, armatevi di pazienza: all’inizio ha bisogno del vostro ai

Matteo Franceschini
Matteo Franceschini

uto per apprendere cosa sono i vari oggetti segnalati. Dall’ App potete anche gestire le funzioni presenti all’interno del metaldetector (la versione pro è gratuita con il GoFind 60 ed è la più completa). Non ho utilizzato il sistema di geolocalizzazione.

In conclusione devo dire che è un entry level a tutti gli effetti con l’enorme pregio del peso e delle dimensioni. Forse il prezzo un po’ alto lo pone in svantaggio con i suoi rivali e se consideriamo la difficoltà di upgradare la piastra (a meno che non si ricorra al fai da te come alcuni video che girano su youtube) l’handicap cresce.

Insomma se avete una moto e volete avere un metal da buttare nello zaino e pronto all’uso in qualsiasi momento, allora questo è quello che fa per voi.

Matteo Franceschini
AMD Tech Team


Caratteristiche tecniche dichiarate del GoFind 60

  • Completamente richiudibile semprlicemente premendo un tasto
  • Lunghezza regolabile, per adattarsi alle esigenze di tutti i cercatori
  • Interfaccia utente intuitiva
  • Un tasto per selezionare il tipo di obiettivo
  • Design maneggevole con tasti touch
  • Icona visiva lampeggiante in caso di rilevazione di un obiettivo
  • Segnale audio alto per metalli ad alto valore
  • Segnale acustico basso per obiettivi ferrosi
  • 4 modalità di ricerca
  • 5 led di segnalazione oggetti rilevati
  • 5 livelli di sensibilità
  • Volume regolabile su 5 livelli
  • Funzione Pinpoint per il centramento dell’obiettivo rilevato
  • Bluetooth®
  • App Smartphone gratuita “Pro App”
  • Piastra di ricerca 10″ resistente all’acqua*
  • Alimentazione: 4 batterie AA
  • Peso: 1,06 kg
  • Lunghezza: da 555 mm a 1305 mm
  • Manuale d’uso in italiano
  • Accessori inclusi: auricolari, sipporto smartphone e attrezzo da scavo.
  • Garanzia 5 anni (sulle componenti elettroniche)

(*) La piastra di ricerca GO-FIND è resistente all’acqua fino a 2 piedi / 0,6 m di profondità.

Informazioni e prezzi:
Detector Center
LINK alla Pagina Web

 

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