Detech Reacher: agile, potentissimo e versatile
di Leonardo Ciocca © 2015 AMD Tech Team
In occasione dell’ultimo raduno de “I Detectoristi Italiani”, dove AMD ha partecipato ufficialmente come consulente tecnico e responsabile delle relazioni con gli sponsor, la Detech Ltd, azienda bulgara oramai celebre per la produzione delle famosissime piastre SEF e per i loro detector dalle prestazioni incredibili, mi ha gentilmente inviato un esemplare del loro EDS Reacher e un Relic Striker (che a breve recensiremo), insieme ad alcune piastre Ultimate 13” per macchine White’s (anche questa a breve sarà recensita).
Colgo subito l’occasione per ringraziare personalmente l’Ing. Rumen Kanev, titolare e capo progettista della Detech Ltd., per la squisita disponibilità, la sincera amicizia e per la preziosissima collaborazione con AMD che oramai dura da anni.
Oggi ci concentreremo sull’EDS Reacher, macchina che rappresenta l’ideale evoluzione del Winner, macchina che abbiamo già avuto il piacere di provare e che si è dimostrata una vera Best Selling Machine, con tantissimi fan entusiasti.
Elettronica e Meccanica
L’EDS Reacher è una macchina VLF/IB monofrequenza che lavora a circa 28 kHz. Si tratta di un prodotto privo di display, mono-tono e operante esclusivamente in modalità MOTION e Silent Search. In parole semplici il Reacher non ha un suono di soglia di sottofondo e necessita che la piastra sia in movimento per rilevare e identificare i target. Il sistema di bilanciamento del terreno, secondo quanto dichiarato dal costruttore, è di tipo automatico. Non è previsto un sistema manuale come nei modelli superiori EDS, Relic Striker e Gold Catcher. L’unità utilizza un’asta di tipo “S-Rod”, con il control box montato in corrispondenza della curva della “S”. L’asta si compone di 3 segmenti: il segmento superiore in alluminio, che ospita il poggia gomito e il control box, un segmento intermedio, anch’esso in alluminio, e un segmento terminale, al quale è collegata la piastra di rilevazione, in fibra. A rendere solidi i collegamenti ci sono i classici “spring lock”, posizionabili a seconda delle preferenze dell’utente, che sono resi stabili dai “collar lock” che bloccano i segmenti irrigidendo la struttura.
L’alimentazione del detector è affidata a 4 batterie alkaline AA da 1.5 Volt. Ovviamente si possono utilizzare anche batterie ricaricabili Ni-Cd, Ni-Mh o Li-Po. La Detech, con una scelta che ho sempre apprezzato molto, fornisce nella confezione anche un caricabatterie universale per batterie Ni-Cd e Ni-MH. Ovviamente l’utilizzo di batterie alkaline permetterà una durata superiore a quella delle ricaricabili. Il costruttore dichiara che con pile alkaline si potrà utilizzare la macchina per tantissime ore; di conseguenza l’utilizzo di batterie ricaricabili sarà inferiore, specie se si utilizzano pile con amperaggio basso.
Il control box della macchina è praticamente identico a quello del Winner II; cambiano solo le serigrafie e le scritte relative ad uno degli interruttori. Come potete vedere dalla foto qui accanto, il detector è dotato di pochi semplici controlli a manopola, alcuni interruttori e un tasto a membrana. Iniziando dall’alto, troviamo 3 switch che controllano: il tono sonoro (alto o basso), la regolazione del filtro ground (terreni normali o terreni estremamente mineralizzati) e quello legato al Frequency Shift (che permette di effettuare una lievissima modifica alla frequenza operativa per ridurre i disturbi dovuti ad altri detector vicini o a interferenze EMI). In basso invece troveremo il primo pomello, dedicato all’accensione/spegnimento e all’impostazione del livello di sensibilità; segue il tasto a membrana che attiva la modalità PinPoint e chiude il pomello dedicato all’impostazione della discriminazione.
Il Reacher è dotato di un piccolo speaker, posto sopra il control box. Avevo qualche timore circa il posizionamento di questo piccolo diffusore acustico, specie in condizioni di pioggia, ma il costruttore mi ha assicurato che è in grado di resistere senza problemi alla pioggia e a spruzzi d’acqua.
Nel retro del box troviamo il comparto batterie, raggiungibile con un semplice blocco meccanico, e il jack da 6 mm per la cuffia (Ndr. Alcuni utenti mi hanno riferito che il loro Reacher monta un Mini-jack da 3.5mm, evidentemente la Detech ha poi cambiato connettore in corso d’opera).
Let’s Start the Engine…
Dopo aver descritto la meccanica e controlli del Reacher, è ora di accenderlo e di vedere come funziona.
Girato il pomello della sensibilità in senso orario, sentiremo un click meccanico e vedremo il LED centrale accendersi e cambiare colore molto velocemente. Questo LED ci avvertirà, insieme ad un segnale acustico, quando la macchina ha
bisogno che le batterie vengano sostituite perché sono scariche.
Le impostazioni di base sono semplicissime: consiglio a tutti di seguire le indicazioni fornite dal costruttore impostando la sensibilità nella “Zona Rossa” tra Coins e Relic e la discriminazione su “Coins” o poco oltre.
Il selettore del Tono può essere messo indifferentemente sul suono acuto o su quello grave, a piacere.
Lo switch del ground andrà impostato a seconda del tipo di terreno ma, normalmente, la posizione NORMAL andrà più che bene. Suggerisco di utilizzare la modalità HEAVY sono in condizioni estreme di mineralizzazione ferrosa o quando si vuole utilizzare la macchina in battigia, in presenza quindi di mineralizzazione salina.
La velocità di spazzolata da impiegare con il Reacher è piuttosto elastica: la macchina infatti dimostra di sapersi adattare ai vari stili di “swing” senza compromettere le prestazioni. Ovviamente su terreni contaminati da ferraglia o altri trash è preferibile rallentare in modo da sfruttare l’eccellente reattività della macchina.
Il peso del detector, specie con la piastra di serie SEF 9×9, è ben bilanciato e permette ore e ore di ricerca senza particolari affaticamenti. La meccanica è piuttosto solida e i materiali dimostrano sufficiente qualità.
Il poggia gomito non è dotato di banda con velcro ma è predisposto per l’applicazione grazie a due fessure. Consiglio a tutti di procurarsene uno, magari anche prendendolo dal nostro vecchio detector. Bloccare l’avambraccio al detector permette di ridurre ancora di più l’affaticamento e, personalmente, non posso farne a meno.
Andiamo per campi…
I primi test eseguiti col Detech Reacher sono stati, come da tradizione, in ricerca vera. Ho portato la macchina in un posto per me molto speciale: lo chiamo “Il Campo dei Miracoli” perché, nel corso degli anni, mi ha fatto ritrovare un numero incredibile di target bellissimi. Era tempo che non ci ritornavo, anche perché l’ho passato, ripassato, strapassato con tantissimi detector e con varie piastre. E non solo io… ci ho portato anche dei miei amici che si sono divertiti facendo anche loro bei ritrovamenti.
Ma l’altro giorno… una bellissima sorpresa! Passando da quelle parti ho visto che quel campetto era stato completamente arato e fresato. WOW! Dopo ben 5 anni qualche benefattore lo ha passato con una macchina agricola muovendo il terreno e, potenzialmente, ha riportato in superficie altri oggetti. Non credevo ai miei occhi! Fantastico!
Velocemente ho montato la macchina, preso il pinpointer, il Lesche Digger (oramai compagno inseparabile!) e la mia pala Roughneck da 87 cm e via…
La macchina si è dimostrata subito performante. Anche se ha dimostrato un po’ di nervosismo, specie quando impattava le zolle più grandi, ha agganciato benissimo target non ferrosi a varie profondità.
Il terreno, a bassa mineralizzazione e poco sassoso, era il campo test ideale per un primo approccio con questa macchina. In alcuni casi ho tirato fuori target di piccole dimensioni (meno di una moneta) a profondità ben oltre i 25 cm.
Alcune volte il detector può trarre in inganno: in presenza di masse di ferro di dimensioni generose posizionate in modo non parallelo al terreno, può capitare che la macchina segnali un target “buono” non sulla verticale esatta, ma spostato di circa mezza piastra. In altre parole il detector sente il target ferroso poco oltre il bordo della piastra dando una falsa indicazione e suonando “buono”. Questo effetto è già ben conosciuto dai possessori di piastre SEF col nome di “Ghost Signal” o “Segnale Fantasma”. Chi non lo conosce si ritrova spesso a scavare buche profondissime per non trovare nulla. Solo scavando lateralmente poi si troverà il target che ha generato il falso segnale.
Per fortuna c’è un sistema piuttosto semplice per eliminare il problema. Innanzitutto nei casi sopraindicati, il suono non sarà mai fortissimo. Sarà sempre abbastanza attenuato e poco squillante. Questo potrebbe farci pensare ad un target profondo, ma basta un semplice “trucco” per capire se è un vero segnale non-ferroso o un Ghost Signal. Basterà infatti utilizzare il precisissimo pinpointer premendo il tasto a membrana al centro del control box e individuare il punto esatto dove si trova l’oggetto. Un target buono verrà rilevato esattamente al centro del segnale che abbiamo udito. Un target fantasma invece ci costringerà a spostare la piastra per individuarlo. A questo punto, se si tratta di un segnale fantasma generato da un pezzo di ferro, spazzolando sulla verticale esso verrà discriminato e noi avremo la certezza che si è trattato di un falso allarme.
Quando il gioco si fa duro… i duri cominciano a giocare…
La seconda sessione di prove in ricerca vera è stata condotta su terreni molto meno agevoli. Non solo la conformazione del terreno rendeva la spazzolata più difficile ma, soprattutto, il livello di mineralizzazione è salito in maniera molto decisa con presenza molto evidente di ematite.
Il luogo, letteralmente tappezzato di ogni tipo di oggetto metallico ferroso e non ferroso, mi ha dato spessissime volte grandi soddisfazioni. Si tratta di una zona di pochi metri quadri ma densissima di target.
In queste situazioni è possibile verificare non solo le capacità di gestione della mineralizzazione ma, soprattutto, le performance relative alla separazione dei target e quelle legate all’Iron Masking.
Dopo qualche ora di ricerca sono tornato a casa con un bottino eccellente, specie tenendo conto che quella zona è stata esplorata con non meno di 7 detector diversi e con piastre differenti. La cosa più divertente è stata lavorare muovendo lentamente la piastra sul terreno e individuare nuovi target, precedentemente sfuggiti alla ricerca, con precisione chirurgica.
PS. Anche il mio amico Marco Neri, che ha da poco acquistato un Detech Reacher, mi ha confermato che con la spazzolata lenta il detector riesce a trovare molti più target. Molto utile quindi per ripassare posti già battuti.
E ora torniamo in laboratorio…
Come ogni test AMD che si rispetti, oltre alle sessioni di ricerca vera, abbiamo portato la macchina in una zona prove collaudata. In questo modo è possibile avere dei punti di riferimento consolidati e verificati con macchine diverse. Il terreno è mineralizzato (forte presenza di ematite) e i target sono quelli già utilizzati nelle prove precedenti. Tre monete da 20 EuroCent sepolte a 5, 12-15 cm e circa 28 cm. La moneta sepolta a 12-15cm tra l’altro, è stata resa più difficile da individuare perché nel terreno soprastante sono stati inseriti dei pezzi di ferro. La moneta a 28 cm invece è ulteriormente ostacolata dalla conformazione del terreno che forma una sorta di scalino e che quindi rende meno agevole la spazzolata alle piastre di dimensioni generose.
Il primo test è effettuato in maniera diretta: con impostazioni di sensibilità e discriminazione da manuale, la macchina non ha alcuna esitazione a rilevare le monete a 5 e 12-15 cm. Per quanto riguarda quella a 28 cm, inevitabilmente, la macchina accusa la profondità e la mineralizzazione. Va detto però che aumentando la sensibilità a valori quasi massimi, il Reacher sente benissimo anche questa moneta in maniera solida, ripetibile e consistente. Davvero stupefacente per una macchina che lavora a 28 kHz, non c’è dubbio.
E ora giochiamo sporco…
I test, fino ad ora, sono stati effettuati utilizzando la macchina con impostazioni “standard” e hanno evidenziato performance notevoli. Ma… Chi ha letto il manuale del Reacher con attenzione, sa che è possibile ottenere un “Boost” di potenza attraverso una particolare procedura di accensione. A dire la verità, peccando un po’ di presunzione e pensando che il Reacher fosse, tutto sommato, un Winner modificato, anche io non ho letto il manuale con attenzione. Sono venuto quindi a sapere di questa procedura in maniera accidentale dai miei amici Luigi Cataldi, Marco Neri e anche da un video su YouTube girato da un ragazzo rumeno che, giustamente, rimproverava le persone che non leggono a fondo i manuali. Normalmente sono uno che i manuali se li divora ma stavolta, mea culpa, devo dire di essere stato più superficiale e di non aver letto con sufficiente attenzione. Se si legge bene infatti, il manuale parla di una particolare procedura per avere un supplemento extra di sensibilità dal Reacher. Per ottenerlo bisogna accendere la macchina tenendo premuto il tasto PinPoint fino a quando il LED lampeggiante non si spegne. A questo punto bisogna rilasciare il tasto PinPoint e la macchina avrà un plus di sensibilità a prescindere dal livello impostato. Sinceramente non so cosa avviene a livello di elettronica ma posso assicurarvi che la differenza si sente. Tornando col detector sulla moneta sepolta a 28 cm è evidente che il suono diventa più forte, solido e inequivocabile, anche abbassando la sensibilità.
Per la serie “Lezioni imparate: Leggete sempre i manuali con attenzione”!
Another Brick in the wall? No… On the field!
Il secondo test oramai è diventato attesissimo dai nostril lettori: il test coi mattoni refrattari. Chi fa ricerca e ha un pochino di esperienza sa che le capacità dei detector VLF vengono penalizzate in maniera drammatica quando i target si trovano sepolti sotto cocci o altri mattoni refrattari mineralizzati. A tale scopo mi sono procurato alcuni vecchi mattoni refrattari che ho utilizzato in tante prove per verificare le capacità dei detector di penetrare questo temibile ostacolo e rilevare i target sottostanti.
Da una macchina a 28 kHz non mi aspetto grandi prestazioni nella rilevazione sotto i mattoni refrattari. Le alte frequenze sono fisicamente meno efficienti di quelle basse nella penetrazione di medium mineralizzati. In sostanza mi aspetto una prestazione mediocre o anche meno dal Reacher in queste condizioni.
Ho piazzato il mattone, dello spessore di circa 5 cm, sopra la moneta da 20 Cent sepolta a 5 cm. Con impostazioni standard il Reacher ha dimostrato di essere assolutamente in grado di rilevare la moneta senza tentennamenti, anche alzando la piastra da terra per diversi centimetri. Ho quindi effettuato un test estremo aggiungendo un altro mattone refrattario mineralizzato di altri 5 cm sopra a quello già piazzato. In totale la moneta si trovata a 5 cm di profondità e coperta ulteriormente da ben 10 centimetri di mattoni mineralizzati. In questa condizione, ahimè, il Reacher ha dovuto arrendersi anche spingendolo al massimo e con il “Boost” attivato. D’altronde l’alta frequenza operativa non può fare miracoli in condizioni così estreme. Già aver superato il primo mattone è stato un risultato strepitoso.
Per curiosità ho provato a sentire la moneta a 12-15cm con un mattone sopra e il Reacher è riuscito a sentirla con una certa disinvoltura. E’ parso ovvio quindi che la mineralizzazione dei mattoni è nettamente e drammaticamente superiore a quella del terreno dato che, anche stavolta, la macchina si è arresa quando ho messo il secondo mattone sopra al target.
Studiamo l’Iron Masking
Uno dei test più importanti per un detector è quello che riguarda la gestione dell’Iron Masking, ovvero la sua capacità di rilevare target non-ferrosi vicino a target ferrosi che vengono discriminati. Per realizzare questa verifica ho utilizzato un bel chiodo di ferro, piuttosto vecchiotto, che ho già utilizzato in numerose prove. Il Reacher si è dimostrato in grado di gestire in modo ottimo l’Iron Masking col solo limite, comune alla maggior parte dei detector, del chiodo messo lungo l’asse orizzontale. Quando il chiodo è posto in verticale o in obliquo, bastano pochi cm alla macchina per essere in grado di rilevare correttamente il target buono.
Oro…Oro…OROOOO!!!
La prova finale del Detech Reacher ha visto come protagonisti alcuni target speciali. Ho utilizzato infatti un anello in oro giallo, un anello molto sottile di bigiotteria, un piccolo e sottile crocefisso in oro giallo, una sottilissima medaglietta in oro giallo, una catenina aperta in oro giallo del peso di pochi grammi e un filo in oro puro 24k dello spessore di circa 1 mm!
Ho voluto testare le capacità di rilevazione ponendo in sequenza questi oggetti adagiati sul terreno. I risultati sono stati davvero positivi con segnali solidissimi su quasi tutti i target. Gli unici tentennamenti ci sono stati sulla catenina d’oro, sul crocefisso in oro quando spazzolato dal lato “corto” e sul filo da 1 mm.
Si tratta di risultati davvero eccezionali, specie se si valuta il prezzo dello strumento. Chi si chiede “Ma come mai ha fallito sulla catenina, sul filo e sul crocefisso?”. Bhè, mi viene da rispondere istintivamente, se si vogliono certe prestazioni estreme, magari sarà il caso di orientare il proprio acquisto sul Gold Catcher, modello top della Detech per la ricerca di oggetti minuscoli, ma dal prezzo decisamente più elevato.
Considerazioni finali…
Usare il Reacher è stato veramente divertente e produttivo. Se mi era piaciuto il Winner, il Reacher mi è STRApiaciuto. La discriminazione è sicuramente migliorata e le performance sono ancora più estreme. Il nervosismo in più che dimostra questa macchina è facilmente gestibile e la curva di apprendimento è più corta di quello che credevo. Forse i principianti potrebbero trovarsi un po’ a disagio con una macchina così essenziale e orientata alla potenza pura ma, per chi cerca un prodotto tremendamente aggressivo, versatile, reattivo e performante, magari da affiancare alla propria prima macchina, non posso che raccomandarne l’acquisto.
Ringrazio nuovamente l’Ing. Rumen Kanev e tutto lo staff Detech Ltd per averci messo a disposizione questo strumento e per la squisita disponibilità e amicizia dimostrata nei nostri confronti.
Leonardo Ciocca
AMD Tech Team
Caratteristiche tecniche dichiarate
Funzionamento: VLF
Frequenza: 28 kHz
Frequenza audio : 570 Hz
Peso (con batterie incluse) : 1460 g
Lunghezza: 105 – 130 cm
Piastra Standard: SEF Pro 9″x 9″
Uscita: jack stereo 6,3 mm
Batterie 4 x 1,5 V, tipo AA
Durata batteria: 20 – 30 ore
Segnalazione Batteria scarica tramite LED e audio
Bilanciamento a terra : automatico
Modalità di ricerca : NORMALE / ESTREMO MINERALIZZATO
Pulsanti : Pinpoint
Street Price: Circa 500 Euro IVA inclusa
Informazioni: DETECH LTD – Web: www.detech-metaldetectors.com
Grazie Leonardo
Ottima recensione
Il Reacher è uscito in prima versione a14 khz ed ora nella nuova versione, da te testata, a 28khz.
Hai per caso potuto chiedere le differenze principali tra le due versioni, o hai la possibilità di farlo?
Sarebbe molto interessante. Io sto cercando una macchina per ripasso e sono orientato su questo, ma forse avrei preferito il 14khz.
Grazie mille
Luciano
Ciao Luciano!
Innanzitutto grazie per le tue parole gentili.
Per rispondere al tuo quesito, tempo fa ne parlai direttamente col costruttore, l’Ing. Rumen Kanev. Mi disse che in realtà gli esemplari di Reacher a 14 kHz messi in vendita sono stati pochissimi e che in pratica il 99% delle unità è a 28 kHz. Anche io gli chiesi se esistevano particolari differenze in termini prestazionali, anche perchè avevo già provato il Winner che andava a 14 kHz.
Lui mi rispose che dai loro test era emerso che non solo la versione a 28 kHz era molto più performante sugli oggetti piccoli e piccolissimi, ma sostanzialmente non perdeva quasi nulla sugli oggetti di dimensioni normali rispetto alla prima versione.
Non ci sono poi altre differenze tra le due versioni.
Aggiungo solo che il Reacher a 28 kHz è stata la base di sviluppo del successivo Gold Catcher, macchina che abbiamo testato a fondo e che offre ancora maggiori performance anche grazie al bilanciamento manuale (costando però molto di più del Reacher)
A presto!
Leonardo
AMD Tech Team
Grazie mille
Quindi in termini di profondità non cambia nulla tra i due?
Nonostante la grossa differenza di frequenza?
Luciano
Questa macchina insieme al nuovo modello Chaser mi piacciono entrambe,ma sono indicate per ricerca anche su spiaggia asciutta e al limite in battigia????
Non so se leggera questa domanda ,pero se in futuro potra inserire qualcosa del tipo “macchina che da il meglio di se in ….esempio terreni ,spiaggia ecc” gliene sarei grato.Grazie per l’eventuale risposta.Saluti
Sicuramente sono adatte alla ricerca in spiaggia asciutta. A quanto pare saranno in grado anche di gestire la battigia con una certa disinvoltura e senza problemi. Si tratta di macchine per uso generale e, in special modo la MXSport, che è in grado di essere anche immersa in acqua fino a circa 2.5 metri. Ovviamente, come detto nell’altro commento, per un giudizio definitivo preferiamo prima testare le macchine…
Qualcuno ha già testato su terreno il Metal detector DeTech Chaser?
Il Detech Chaser non è ancora ufficialmente in distribuzione. Non appena lo sarà, il costruttore si è impegnato a mandarcene un esemplare per i test.
A quanto pare dovrebbe essere a breve…
Resta sintonizzato… 😉
Leonardo
AMD Tech Team