Test Piastre CORS Scout e Fortune
Alcune settimane fa ho avuto il piacere di ricevere dalla EB Elettronica (Divisione Detector Center), che ringraziamo per la gentile collaborazione, alcuni esemplari delle piastre CORS prodotte in Ukraina.
Esattamente mi sono state spedite la SCOUT, una DD da 12,5”x8,5”, e la FORTUNE, DD da 9.5”x6,5” sia per Garrett AT PRO che per Garrett Serie ACE.
La pioggia in questi giorni è stata praticamente costante, ma per fortuna ogni tanto ci ha dato delle brevi tregue delle quali ho approfittato per mettere alla prova queste piastre…
Siete interessati? Continuate a leggere…
UNBOXING
Le piastre sono arrivate nelle loro accattivanti scatole di cartone giallo, molto ben confezionate. Ogni esemplare ha in dotazione anche i gommini rotondi, la vite passante con dado e un comodissimo nastrino velcrato per tenere il cavo adeso all’asta.
Ogni piastra è dotata di serie di copri-piastra, cosa che apprezzo davvero tanto e che considero un tocco di vera professionalità da parte dei costruttori.
MATERIALI, MECCANICA E GEOMETRIA
Prima di iniziare i test delle piastre ho dedicato un po’ di tempo ad approfondire le conoscenze su questo marchio e sui loro prodotti. Visitando il sito www.corscoils.com sono venuto a sapere che la resina epossidica che è stata usata per bloccare le bobine RX e TX è poi ricoperta da un materiale di rivestimento utilizzato anche per la protezione delle imbarcazioni. Il peso dichiarato (con copri-piastra montato) è di 490 grammi, non proprio una piuma ma, viste le dimensioni, è adeguato.
Il cavo è di ottima fattura ed è Made in Germany. Si presenta sufficientemente morbido e facile da arrotolare intorno all’asta pur rimanendo robusto.
I connettori sono di buona qualità e sono dotati di tappini di protezione da applicare quando non sono connessi al control box del detector per impedire che la sporcizia o l’ossidazione possano alterarne le proprietà.
Le “orecchiette” di congiunzione piastra-asta, quelle dove poi si infilerà la vite passante con dado, sono di dimensioni davvero generose e offrono una robustezza e una stabilità che sorpassa di gran lunga quella delle piastre di serie montate dalla Garrett sui propri modelli.
Una cosa da notare è il blocco anteriore anti-ribaltamento che impedisce alla piastra di ribaltarsi completamente in caso accidentale evitando così possibili stress al cavo e al connettore sulla piastra. Questa accortezza è presente sulla Scout ma non c’è nella piccola Fortune.
La geometria di queste due DD è molto simile. Si tratta di una DD in configurazione “Butterfly” (a farfalla) in una variante però molto molto meno aperta rispetto alle famosissime piastre Detech SEF. Ad irrobustire la struttura ci sono 4 braccetti che collegano il corpo centrale alle bobine.
INIZIAMO A PROVARLE…
La prima prova che sono solito fare quando faccio dei test è quasi sempre quella in ricerca vera. Questa volta ho avuto il piacere di fare queste prime prove non da solo, ma in compagnia del mio amico e membro AMDTT Matteo/”MatteoFra”.
Appuntamento al locale parco pubblico, luogo dove ho svolto già tantissimi test e che rappresenta una location ideale per verificare le capacità di separazione dei target, di stabilità e di precisione grazie alla presenza di tantissimi, ahimè, target trash (tappi, strappi di lattina, stagnola, pezzi di ferro, carta delle sigarette etc) in mezzo ai quali è possibile trovare parecchio monetame. A complicare ancora di più la situazione, la presenza di cavi dell’alta tensione che passano a meno di 60-70 metri.
Per questa prima prova io ho montato la Scout sul mio Garrett ACE 250 mentre Matteo lo ha fatto sul suo Garrett AT PRO.
Dopo circa 2 ore di ricerca e con numerosi target ritrovati (diversi Euro e qualche onnipresente moneta da 200 Lire che, voglio ricordare, non fa testo dato che “Le 200 Lire… Non sei tu a trovare loro…Sono Loro che trovano te!”) tra cui anche due anelli, ci siamo scambiati le nostre impressioni.
Ecco quanto riportato da Matteo che, gentilmente, mi ha mandato i suoi appunti:
“La prova della nuova piastra CORS Scout si è svolta in condizioni abbastanza ostiche all’interno di un parco cittadino, coperto da target indesiderati come strappi di lattine, tappi corona di ogni epoca (ossidati, arrugginiti, nuovissimi!) e pezzetti di stagnola di ogni forma e dimensione.
In mezzo a questa apocalisse abbiamo cercato di trovare target interessanti cercando di capire il comportamento della piastra.
Appena montata la piastra e impugnato l’AT PRO, ci si rende conto che il metal è ancora più sbilanciato del solito e con il procedere della ricerca, dopo alcune ore, il braccio inizia a risentirne. Non è tanta la differenza di peso tra la piastra originale e la CORS ma quel poco in più di certo non migliora la già sfortunata conformazione dell’AT PRO.
Le impressioni in ricerca sono state contrastanti: la piastra sembra avere una discreta profondità ma un po’ troppo sensibile alle EMI (che venivano dai tralicci che attraversavano il parco). Ad un certo punto è iniziato un concerto di falsi segnali che non si è placato neanche togliendo 4 tacche di sensibilità se non spostandomi a spazzolare a qualche decina di metri di distanza. La cosa positiva, però, è stata la capacità di agganciare monete e target buoni anche in mezzo ai falsi segnali. Il suono si distingueva chiaramente e la macchina segnava un VDI stabile ad ogni passaggio della piastra. A dire la verità, ho trovato più monete in questa situazione che in tutto il resto del tempo.
La cosa che mi ha più colpito è stato lo scavare un ottimo segnale ma tirare su un tappo corona tutto rugginoso; sorpreso da questo comportamento ho ripassato la piastra sopra la buca appena scavata e il suono che avevo sentito prima, si è riproposto tale e quale. Scavando ancora un po’ più in profondità è saltata fuori una moneta da 50 centesimi di Euro: il tappo non lo aveva neanche calcolato!
In conclusione la piastra dà una maggiore copertura di terreno (rispetto all’originale) e in zone senza ostacoli fa molto piacere ma a discapito di un maggiore affaticamento del braccio a causa della distribuzione dei pesi del metal della Garrett. Non è la piastra più stabile che mi sia capitato di provare, anche se le prestazioni sembrano ottime anche in condizioni estreme come quelle dove abbiamo effettuato il test. Sicuramente è necessario un tempo maggiore per capire bene la capacità di separazione, la profondità che teoricamente può raggiungere e la reattività.”
IL MIO PUNTO DI VISTA
Per quanto mi riguarda non posso che essere d’accordo con quanto detto da Matteo. Anche la versione per ACE 250 dimostra una buonissima profondità, molto migliore di quella della piastra di serie e sicuramente superiore a quella della piastra dell’EuroACE. La sensibilità alle EMI è presente anche nella versione ACE producendo tantissimi falsi segnali. Purtroppo, a differenza dell’AT PRO, il suono della Serie ACE è molto meno flessibile e quindi, vicino a sorgenti EMI diventa impossibile cercare.
La CORS Scout non offre una separazione chirurgica, dove magari è battuta dalla MARS che abbiamo già testato. Va però detto che la profondità della Scout è senza dubbio superiore.
Ultima annotazione riguarda l’annoso problema delle piastre relative ai Garrett: i falsi segnali da impatto. E’ noto a tutti (tranne forse ai costruttori…ehm…) che spesso le piastre Garrett producono falsi segnali quando toccano il terreno o altro tipo di ostacolo.
Ho notato con piacere che questo noioso problema con le CORS è davvero ridotto in maniera sensibile. E’ sicuramente un bel punto di vantaggio per queste piastre.
TEST DI PROFONDITA’
Prima di parlare dei test svolti vorrei ringraziare gli amici Gabriel, Angelo e Francesco, del Gruppo Facebook “MERCATINO METAL DETECTOR ITALIA” per aver svolto, nei giorni scorsi, tanti altri test su altri target sepolti a varie profondità sia in terra che in sabbia. In questo modo mi sono potuto concentrare su condizioni diverse senza dover rifare ciò che loro hanno fatto con vera bravura.
Per svolgere i test di profondità in ambiente controllato sono ricorso, come faccio da tempo, ad un Test Bed che conosco alla perfezione. Si tratta di un terreno mineralizzato con presenza notevole di frammenti di mattoni refrattari sbriciolati e mescolati nel terreno fino a notevole profondità. Come target di riferimento ho utilizzato, per rendere standard la prova, delle monete da 20 centesimi di Euro.
Due delle tre monete (quella a 5-6 cm e quella a 28 cm) sono state sepolte più di un anno fa, e le possiamo considerare abbastanza stabili. L’ultima moneta (quella sepolta a circa 15cm), anch’essa sepolta più di un anno fa, è stata di recente dissotterata e rimessa in buca insieme ad alcuni pezzetti di ferro, per aumentare la difficoltà di rilevazione.
Ho eseguito i test di profondità con ACE 250 sia con Scout che Fortune, mentre con AT PRO ho effettuato il test con la Scout (la Fortune per AT PRO non l’avevo) e con la piastra di serie.
Vi lascio quindi ai video per una vostra valutazione…
TEST DI GESTIONE IRON MASKING
Ero molto curioso di verificare la capacità di questi prodotti di gestire l’iron masking introdotto dalla presenza in prossimità di un bel chiodo di ferro, piuttosto antico.
Ecco il risultato delle mie prove…
TEST CON MATTONI REFRATTARI MINERALIZZATI
Ai miei test non poteva mancare la sezione che comprende l’utilizzo dei celebri mattoni mineralizzati. Questi mattoni, che vengono rilevati dai detector come se fossero blocchetti di ferro, mettono spesso in difficoltà il cercatore oscurando target buoni.
Se siete curiosi di vedere come se la sono cavata le piastre CORS, non vi resta che dare un’occhiata ai prossimi video.
CONCLUSIONI
Si tratta di piastre di ottima fattura e che migliorano in modo sensibile le prestazioni dei detector su cui le ho provate, facendo riferimento alle piastre in dotazione di serie.
Il miglioramento più spettacolare è, ovviamente quello che si ottiene con la serie ACE, sia per profondità che per copertura di terreno, ma anche la versione per AT PRO si è dimostrata molto valida e performante.
Prima di concludere questa recensione è necessaria una precisazione. Per tutti coloro che vedessero queste piastre CORS come “somiglianti” a quelle prodotte dalla NEL, vorrei dare una rassicurazione: sono esattamente le stesse!
Non solo la forma estetica è assolutamente identica, ma anche le prestazioni non cambiano. L’azienda che produce NEL e CORS è la medesima ed ha utilizzato due nomi solo per una squisita motivazione di differente distribuzione internazionale.
Ovviamente il prezzo tra NEL e CORS può essere differente, per via delle diverse politiche commerciali dei vari distributori, ma per il resto sono assolutamente identiche.
In estrema sintesi, si tratta di una serie di piastre realizzate in modo ineccepibile che, con una spesa ragionevole, permettono di migliorare in modo significativo le prestazioni dei detector che le montano: non posso che consigliarne l’acquisto.
Leonardo Ciocca
AMD Tech Team
Informazioni:
EB Elettronica
DETECTOR CENTER
Web: http://detectorpoint.com/category/piastre-metal-detector/piastre-cors/