Detech EDS Gold Catcher: straordinario e, a volte, spettacolare!
In questo periodo, i costruttori europei, specialmente quelli provenienti dall’Est, stanno riscuotendo un successo crescente e sono in continuo fermento. Sembra infatti che la produzione di metal detector, nel Vecchio Continente, stia vivendo un momento magico. Potenza, ma quella l’hanno sempre avuta, ma ora soprattutto controllo e discriminazione. Magari non saranno ancora in grado di competere per design ed estetica con i concorrenti più blasonati ma, potete starne certi, c’è una vitalità incredibile ed una inarrestabile voglia di emergere da parte di queste aziende europee. La Detech non è certamente una sconosciuta. Per anni è stata leader quasi assoluta nella produzione di piastre ad alte prestazioni per praticamente ogni marca di detector. Chi non conosce le celebri SEF dalla particolare forma DoppioZero? Da qualche anno però ha deciso di cimentarsi anche nella progettazione e produzione di cercametalli. Sicuramente avrete già sentito parlare del loro EDS, del Winner, del Winner 2 e del Reacher (i loro modelli pulse induction sono sicuramente meno popolari). In AMD abbiamo testato il Winner (LINK) e ne abbiamo avuto un’ottima impressione, specialmente quando utilizzato sulla terra. La Detech però ci ha abituati a rilasciare nuovi modelli con una certa rapida cadenza. Ecco quindi che qualche settimana fa ha presentato l’EDS Gold Catcher, macchina VLF/IB a 28 kHz che, come vedremo, ha fatto compiere all’azienda diretta dall’Ing. Rumen Kanev, un deciso passo in avanti.
Novità nel design, novità nella meccanica, novità nelle piastre, novità nelle funzioni ma soprattutto potenza e controllo. Cosa ci possiamo aspettare da questo Gold Catcher?
Questo test è stato fatto “a quattro mani” da me e da Mauro/”Mauroki”. Dobbiamo ringraziare sia il costruttore Detech, che ci ha fornito in prestito l’unità provata da me, ma anche il distributore nazionale Mediaelettra che ha fornito l’altra per i test di Mauro. Insieme alle nostre riflessioni potrete visionare alcuni video che abbiamo girato ognuno nella propria regione di residenza. Io sono in Umbria e Mauro in Toscana. Io ho fatto test su terra, Mauro su terra, sandbox e al mare. Abbiamo cercato quindi di testare il Gold Catcher in un’ampia varietà di situazioni, per poter fornire una recensione il più possibile completa, compatibilmente con le nostre capacità e col tempo a nostra disposizione. I nostri interventi saranno evidenziati nel testo e forniremo i link ai vari video illustrativi.
LEONARDO:
Per una breve introduzione alle caratteristiche di questo nuovo modello, ho girato un breve video che vi invito a visionare.
Dopo questa inevitabile introduzione, non vi rubo altro tempo e passiamo ai risultati delle prove…
1° TEST – RICERCA VERA: TERRENO A MINERALIZZAZIONE BASSA + EMI
Come ogni volta che provo un detector, mi piace iniziare gradualmente. Ho portato il Gold Catcher su un terreno strabattuto grande all’incirca come un campo di un campo di calcio. Quel terreno è stato letteralmente analizzato centimetro per centimetro da decine di detector e non solo da me ma anche da altri miei amici. Il primo test in ricerca vera è avvenuto durante una giornata freddissima e con un vento così forte da rendere quasi impossibile l’uso dello strumento senza una cuffia. Seguendo il consiglio scritto nel manuale, ho fatto il primo test del Catcher con la piastra da 6” DD. Si tratta di un piastrino piccolo ed agile, ideale per terreni difficili e/o ultrasporchi. Utilizzare questa piastra rende la macchina, già di per se leggera, veramente una piuma e con un bilanciamento dei pesi straordinario. Le aste del detector, collassabili, permettono di avere uno strumento compattissimo quando chiuso, e velocemente configurabile quando lo si estende a seconda delle esigenze o della propria statura. A garantire ulteriore solidità, la Detech ha pensato bene di utilizzare due ghiere camlock che rendono l’asta praticamente monolitica. La configurazione dell’asta è di tipo diritto (Andersen) con un manico dotato di una appendice orizzontale (che poi ho scoperto essere piuttosto utile in momenti di affaticamento) con il control box in alluminio posto sotto il poggia gomito.
Con la piastra da 6” la spazzolata è sempre fluida e leggerissima. La macchina, impostata in modalità di bilanciamento automatico, è stabile e molto reattiva. Certo, la copertura di questo “piastrino” è piuttosto ridotta, ma la precisione in separazione e la profondità lasciano quasi stupefatti. Se poi si attiva il nuovo modo audio “MIXED TONE”, si otterranno risultati davvero straordinari in campi infestati da ferraglia o strabattuti. Questo particolare modo audio permette alla macchina di suonare un tono basso per i metalli ferrosi e un tono alto per i nobili, praticamente anche in contemporanea. Qualcuno potrà confonderlo col MIXED MODE di alcuni modelli White’s o Nautilus, ma posso garantirvi che non è così. Questo MIXED TONE permette di separare acusticamente in modo davvero efficace target attigui, in special modo poi quando uno è ferroso e l’altro nobile. E’ proprio grazie a questa particolare modalità che sono riuscito a far spuntare fuori un bottone in rame in una zona che ho letteralmente setacciato per anni.
Proprio a causa della vicinanza con alcuni pezzetti di ferro infatti, le volte precedenti l’iron masking mi aveva impedito il ritrovamento. Stavolta, grazie alla reattività della macchina, alla precisione della 6” e al MIXED TONE, sono riuscito a capire in modo inequivocabile che accanto ad un oggetto ferroso c’era un oggetto “buono”.
La presenza di tralicci e di fili del telefono sopra la mia testa non ha creato grandi problemi. La macchina infatti, anche se a volte è un po’ nervosa tenendo la piastra in aria, avvicinandola al terreno diventa davvero silenziosa e stabile.
La prima prova quindi, la giudico in maniera positivissima. Ma ancora devo provare la piastra più grande (10” DD) fornita in dotazione.
MAURO:
Così come Leo, quando ho la possibilità di provare una nuova macchina la tentazione di provarla nel mio campo prova per eccellenza (uliveto di un caro amico) si fa forte !!! Non riesco a fare test se prima non ci vado. A differenza di Leonardo però io, subendo l’influenza e le “pressioni” dell’amico Elione, ho optato per l’uso della piastra da 10” . Il posto è veramente infestato dai chiodi che in passato venivano usati per fermare a terra le reti per la raccolta delle olive. Aperta la macchina e trovata la giusta lunghezza dell’asta (che consiglio di bloccare nella parte superiore al 2° scatto per evitare fastidiosi giochi), il peso della piastra da 10” viene efficacemente bilanciato dal box posto sotto il bracciolo. I comandi risultano pratici ed immediati. Usando la macchina in bilanciamento automatico ho incominciato a spazzolare con una discriminazione impostata su Coin e Tono Singolo. Con mia grande sorpresa sono riuscito a individuare alcuni piccoli bottoni in ottone che erano vicini a masse ferrose . Più volte, scavato il target, ho individuato col propointer un chiodo, credendo che il metal mi avesse “fregato” ed invece investigando meglio, nella buca il metal diceva il vero. La discriminazione è veramente ottima !!!
Usando la macchina sui poggi (con asta parallela al terreno) il control box effettua un ottimo effetto “contrappeso” che permette una spazzolata molto fluida. La piastra da 10”, seppur molto precisa nel centraggio del target, risulta avere una certa sensibilità laterale che aiuta moltissimo nella individuazione dei target. Utilizzando il Mixed Tone si può tranquillamente spazzolare mettendo la disc nella posizione NUGGET . La macchina risulterà più rumorosa ma anche molto divertente. Per me che sono abituato al multitono del White’s V3i è stata una vera sorpresa. Una particolarità che faccio notare è il fatto che, aumentando la velocità di spazzolata su di un bersaglio “sporco”, cioè un bersaglio dove la macchina rileva buono vicino a ferro (due toni uno acuto e uno grave), se si aumenta la velocità di spazzolata il tono che scompare è quello grave legato al ferro. Tale comportamento è stato riscontrato anche nei test sui mattoni refrattari e nel box.
LEONARDO:
2° TEST – RICERCA VERA: TERRENO A MINERALIZZAZIONE ALTA + EMI
Per provare in ricerca vera la 10”DD mi sono recato su uno dei terreni più difficili che io conosca. Terra ad alta mineralizzazione, presenza di ferraglia, mattoni refrattari e tralicci dell’alta tensione a distanza ravvicinata. Mancava solo che mi rubassero la macchina ed ero a posto!
Anche questo posto è stato stra battuto per mesi e mesi. Non mi aspettavo grandissimi ritrovamenti. Ero più interessato a verificare le capacità di discriminazione del ferro (che è presente in quantità industriali in quella zona) e di stabilità della piastra grande da 10”. In tutta la sessione di ricerca, gli unici ferri che il Catcher mi ha fatto scavare sono stati dei mezzi ferri di cavallo, un mezzo ferro da bovino, ed alcuni chiodi realizzati in mistura ferro/nobile. Niente ferretti, fil di ferro, o altre schifezze. Anche in questo caso, sia in mono-tono che in MIXED-TONE, la macchina risulta davvero produttiva per trovare oggetti che magari, nelle precedenti spazzolate, erano stati mancati per via dell’iron masking.
La piastra da 11” è decisamente più pesante della 6”, ma la macchina resta sempre molto ben bilanciata. Certo, la spazzolata non potrà più essere scattante come quando si ha su il “piastrino”, ma avremo un movimento più fluido e omogeneo.
Se poi, dopo alcune ore di utilizzo, si inizia a sentire un po’ il peso, basterà modificare di poco l’impugnatura andando ad afferrare l’appendice, di cui ho già parlato, per ottenere un immediato beneficio. Restano un mistero i due “finti” pulsanti posizionati in cima. Chissà, magari in una prossima versione serviranno per inserire un pinpoint o un LED.
3° TEST – TEST DI PROFONDITA’ SU TERRENO AD ALTA MINERALIZZAZIONE
Dopo aver testato la macchina in ricerca vera, mi sono spostato in una zona di terreno vicina alla mia abitazione, che solitamente utilizzo per fare delle prove in ambiente controllato. Si tratta di una zona di terreno fortemente mineralizzato ricco di ematite naturale che conferisce un colore rosso piuttosto intenso. Qui, dopo aver attentamente bonificato il suolo, ho scavato 3 buche: una di 5-7 cm, una di 10-12 cm (forse qualcosa in più) e una da 27-30 cm.
Ho poi preso tre monete da 20 centesimi e le ho messe sul fondo di ogni buca (1 per ogni buca!) e ho ricoperto le buche pressando bene il terreno.
Avendone la possibilità, ho poi fatto un confronto tra EDS Gold Catcher (28 kHz) e EDS Winner (14 kHz) per evidenziare le differenze.
Ecco il video di queste prove…
4° TEST – TEST CON MATTONI REFRATTARI
Una prova diventata ormai “classica” è quella effettuata con mattoni refrattari mineralizzati. Anche in questo caso ho voluto mettere a confronto le prestazioni del Catcher con il “fratello” Winner. Per semplificare le cose, ho eseguito il test in corrispondenza della moneta da 20 cent (scusate se nel video ogni tanto dico che è da 5!) sepolta a 5-7 cm di profondità.
Nel video si evidenziano alcuni aspetti davvero interessanti che vi invito a valutare…
MAURO:
Come Leo, anche io ho effettuato le prove sui miei mattoni refrattari. C’è da notare che i miei mattoni sono ad una mineralizzazione ferrosa estrema, quasi lastre di ferro. Nei miei test entrambe le piastre sono riuscite a neutralizzare in automatico la mineralizzazione dei mattoni; addirittura la piastra da 10”, con bilanciamento manuale, è riuscita a rilevare una moneta posta sotto. Per una macchina che, giova ricordarlo ancora, lavora a 28 khz, è un traguardo quasi impossibile da immaginare.
LEONARDO:
5° TEST – TEST DISCRIMINAZIONE + MASKING STAGNOLA
Dopo le prove “muscolari” è arrivato il momento di mettere sotto stress il Catcher con la precisione discriminativa e la capacità di gestire il masking. La prima prova che ho effettuato è quella con la carta stagnola. Avendo il Catcher una frequenza operativa di ben 28 kHz, ci si attende che sia un vero “magnete” per la carta stagnola d’alluminio che ha una bassa conduttività. Mi aspettavo si sarebbe trovato in difficoltà con questo materiale, e invece….
MAURO:
…E invece anche qui, contro ogni previsione, sia nei test fatti in spiaggia con Sergio/”Xergix”, Marco/”Metallofuso” ed Elione, la stagnola è stata efficacemente “neutralizzata” oppure rilevata con un tono gracidante facilmente riconoscibile. Questo comportamento è stato da me evidenziato nelle prove fatte nel box. (Purtroppo a causa delle avverse condizioni di mare e meteo le prove sulla spiaggia sono state molto difficoltose e la parte audio risulta poco comprensibile).
LEONARDO:
6° TEST – TEST DISCRIMINAZIONE + MASKING FERRO
Ogni test che si rispetti non può non includere una prova di discriminazione e di gestione del masking del ferro. Come vedrete, ho utilizzato un pezzo di fil di ferro ed una barretta di ferro per verificare le qualità di discriminazione, identificazione di target buoni attigui e iron masking.
La performance della piastra da 10” è stata veramente ottima. Non oso immaginare cosa si può fare con la 6”.
Ecco il video dell’esperimento.
MAURO:
Effettuati gli stessi test di Leo sia nel SandBox che in terra. Pur se con parecchi km di distanza, le conclusioni sono state esattamente le stesse di quelle del “Capo” .
LEONARDO:
7° TEST – TEST OGGETTI IN ORO
Mi avvio verso la conclusione delle prove del Gold Catcher. Tra gli ultimi test ho pensato di inserire quelli per i quali la Detech gli ha dato quel nome… ORO! Certo, l’azienda pensava all’oro nativo, ma ho voluto comunque metterlo alla prova con crocefissi sottili, catenine, fili in oro puro da 1mm di spessore e medagliette del nobile metallo. Ho fatto quindi prove sia con la piastra da 10” che con la 6”.
MAURO:
Una potenza davvero straordinaria e a volte spettacolare… ma c’era da aspettarselo!
Utilizzando il Box ho potuto fare test approfonditi di discriminazione e rilevamento di piccole catenine in oro e di profondità di rilevamento delle due piastre sulla mia fede nuziale in oro.
Le profondità di rilevamento ottenute dalle due piastre sono stupefacenti! Inoltre nei test ho voluto evidenziare che il Gold Catcher riesce agilmente a discriminare una piccola stagnola rilevando piccole porzioni di finissima catenina in oro .
LEONARDO:
8° TEST – TEST CON PIASTRA DA 6”
Non potevo terminare le mie sessioni di prove senza analizzare la piastra da 6” in modo più approfondito. Avere ottime performance da una bobina da 10” è spesso piuttosto scontato, specie se si tratta di un a DD di forma tonda. Discorso completamente diverso è quando abbiamo a che fare con una piastra così piccola da misurare solo circa 15 cm di diametro. Questo tipo di sensori, come ho già accennato sopra, nascono sostanzialmente per due ambiti operativi: il primo è quello della ricerca di oggetti minuscoli come le pepite d’oro, il secondo è in terreni ultrasporchi o che rendono impossibile muovere piastre più grandi. Da loro ci si aspetta un’ottima separazione, agilità e precisione del segnale, mentre la profondità è solitamente piuttosto scarsa su oggetti grandi come monete.
Non solo in ricerca vera ho dovuto rivedere il mio pensiero sulla profondità della 6”, ma il tutto è stato confermato anche nei test in ambiente controllato.
Ecco alcuni video delle mie prove.
CONSIDERAZIONI FINALI PERSONALI
LEONARDO:
Con questi ultimi due video si conclude la mia parte di test dell’EDS Gold Catcher. Questa macchina mi è davvero piaciuta tanto: semplice da impostare, ottima discriminazione e gestione del masking, bilanciamento dei pesi molto curato, ottima dotazione di piastre (disponibili anche le SEF 9×9, 12×12 e 6×8 come accessorio, ed anche delle cuffie Wireless!) materiali robusti e resistenti e, specialmente in modalità manuale, una potenza di penetrazione incredibile per un 28 kHz. E’ una macchina piacevole da usare e che può dare davvero tante soddisfazioni sia all’utente principiante, ma soprattutto a quello esperto che, con le giuste impostazioni, potrà avere performance di primissimo livello.
Certo, magari non vincerà mai un premio per la bellezza del suo design e ci sono alcuni accorgimenti meccanici che vorrei venissero rivisti un po’ (quando si poggia la macchina sul terreno, la base di appoggio è un po’ troppo stretta a mio modo di vedere e quindi, se il suolo non è proprio in piano, l’unità tenderà a cadere sul fianco. Basterebbero un paio di flange per eliminare il problema). Il sistema MIXED TONE è già un bel passo in avanti rispetto al mono-tono “puro” al quale ci aveva abituato la Detech con EDS, Winner, Winner 2 e Reacher. Mi aspetto che l’Ing. Kanev, nel prossimo modello, mantenga la promessa ed introduca qualche tono in più e, magari, anche un display.
MAURO
Da parte mia non posso che confermare quanto asserito da Leo . Inutile sarebbe effettuare una ripetizione delle sue conclusioni (N.d.L…Pigrone!!) Le cose che mi sento di aggiungere per completare il discorso su questa sorprendente macchina sono legate alle prove che ho potuto effettuare in spiaggia.
Grazie a AMDTT ho avuto l’opportunità di testare diverse macchine. Ormai sono abbastanza pratico nei settaggi e smaliziato nel individuare i difetti e i pregi . Sinceramente, avendo avuto modo di usare in battigia altre macchine con frequenze così alte, mi sarei aspettato che la macchina non bilanciasse bene o che “suonasse” le buche aperte . Niente di tutto ciò. Contrariamente ad ogni aspettativa “teorica” questa macchina risulta stabilissima sulla battigia, in buca piena d’acqua e addirittura con piastra completamente immersa . Ciò mi fa pensare che, se opportunamente “boxata”, riuscirebbe agevolmente a lavorare anche in ambiente marino diventando un competitor di tanti blasonati metal da mare . Per me questa è una grande conquista della Detech . Le prove effettuate in box (filmato) me lo hanno confermato.
Concordo anche sui difetti che questa macchina ha, aggiungendo quella che ormai è diventata per me una fissazione: il cavo della piastra. Con le basse temperature e con un uso intensivo la sua rigidità tenderà ad evidenziare i soliti problemi dei cavi usati da Detech. Un vero peccato! Ultimo “difetto”? Il potenziometro della regolazione del GROUND se viene ruotato in una direzione permette un bilanciamento lento ma possibile, nella direzione inversa ti fa impazzire perchè non si arriva mai a trovare il punto esatto! Io opterei per un sistema di potenziometro con meno giri che permetta una maggiore velocità di bilanciamento.
Leonardo/”Bodhi3” e Mauro/”Mauroki”
AMD Tech Team
Caratteristiche Tecniche Dichiarate
Tecnologia: VLF/IB
Frequenza: Single Frequency 28kHz (con offset regolabile)
Modalità Audio: Tono Singolo o Mixed Tone
Peso (con batterie): 1600 gr
Piastre in dotazione: 6″ DD e 10″ DD
Batterie: 6 AA 1.5V (forniti 2 caricabatterie)
Sistema di Bilanciamento: Manuale e Automatico
Discriminazione: Regolabile
Processore: Microchip
Cuffie: attacco minijack da 3.5 mm (wireless opzionale)
Speaker: presente
Distributore Italiano:
MEDIAELETTRA – Web: www.mediaelettra.com