Intervista esclusiva a Georgi Chaushev – NEXUS Metal Detectors
Continuiamo la nostra serie di interviste con i veri protagonisti nazionali ed internazionali della scena detectoristica mondiale. Oggi abbiamo il privilegio di pubblicare la nostra intervista esclusiva con Georgi Chaushev, CEO e capo progettista dell’azienda inglese NEXUS, uno dei costruttori europei più blasonati e conosciuti per la qualità e le prestazioni dei propri metal detector. In AMD abbiamo già recensito il loro CREDO DDM, macchina dalle potenzialità davvero notevoli.
In questi giorni la NEXUS è impegnata nel lancio del loro nuovissimo modello di punta, lo Standard MP, un detector che, sicuramente farà molto parlare di se e di cui il sig. Chausev, con molto entusiasmo, ci illustrerà alcune caratteristiche in anteprima.
Buona Lettura!
Leonardo Ciocca/”Bodhi3″
AMD Tech Team Director
INTERVISTA CON GEORGI CHAUSHEV – CAPO PROGETTISTA E CEO DELLA NEXUS DETECTORS
Leonardo Ciocca: Salve Sig. Chaushev! Siamo davvero felici e onorati di intervistarla per in nostro blog.
I nostri lettori si sono interessati davvero tanto alla vostra nuova serie di detector dopo aver letto il nostro articolo di recensione del Credo DDM ed aver visto i videotest. Davvero complimenti per l’ottimo lavoro fatto per questi strumenti! Ora, puoi raccontarci brevemente del suo passato formativo e professionale? Quando ha cominciato ad interessarsi ai metal detector?
Georgi Chaushev: Grazie Leonardo. Anch’io sono davvero onorato per questa intervista.
La mia formazione educativa è stata orientata a diventare un elettricista, durante le scuole superiori mentre all’università ho studiato ingegneria meccanica presso la Railway Military University di Sofia, in Bulgaria (l’istituto non è più militare dal 1991, ora è frequentato da studenti civili).
Ho iniziato ad interessarmi ai metal detector circa 25 anni fa.
LC: Durante questi ultimi anni, molti nuovi costruttori europei di metal detector sono “spuntati” sul mercato, in special modo dalla Bulgaria e dalla Turchia. Pensa che il nostro (si legga, Europeo) sviluppo tecnologico e capacità industriale siano ora abbastanza maturi per battere i grandi concorrenti americani e australiani?
GC: In realtà, se ci riflettiamo un attimo, i grandi costruttori americani e australiani non offriranno mai detector destinati alla ricerca di oggetti antichi che siano migliori di quelli europei, per la semplice ragione che in questi due continenti (America e Oceania), non c’è una storia di popolazione umana tanto lunga. Ecco quindi che la loro produzione si è concentrata sulla ricerca hobbistica nei parchi o la prospezione per la ricerca di pepite d’oro in terreni fortemente mineralizzati.
Cercare oggetti antichi nella profondità degli strati di terreno (e di conseguenza delle varie epoche) europeo è una cosa completamente diversa e richiede un approccio completamente diverso.
I costruttori europei, compresi anche noi, non sono ancora abbastanza maturi per battere gli americani e gli australiani in un contesto d’uso generale. Noi abbiamo sviluppato delle tecnologie in modo che siano più aderenti alle nostre particolari necessità e condizioni di ricerca.
LC: Nexus è molto famosa per aver introdotto molte soluzioni realmente innovative nei suoi prodotti. Mi vengono subito in mente le piastre Doppia O, quelle ad Alta Energia da 124 Volt, il sistema DDM, l’utilizzo della fibra di vetro etc. Cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro? Ho visto su Youtube alcuni video incredibili di un nuovo vostro prototipo chiamato Nexus MP… Può dirci di più?
GC: Ovviamente non ci attribuiamo il merito di aver ideato per primi alcune delle soluzioni di cui hai parlato. Le piastre DoppiaO non sono di nostra invenzione e neanche le bobine ad Alta Energia. Ciò che invece possiamo dire è che abbiamo reso le DoppiaO davvero molto più stabili e abbiamo realizzato delle piastre ad Alta Energia con una stabilità termica nettamente superiore a quella dei nostri concorrenti.
Il sistema a LED DDM è invece una nostra idea originale (Ndr. vedi l’articolo sul Nexus Credo DDM).
Al di la di tutto, la vera differenza sta nella nostra progettazione e nell’impiego di materiali non convenzionale. E’ il motivo del nostro successo nella produzione industriale di sistemi di ricerca completamente tarati in risonanza.
Attualmente siamo gli unici costruttori che impiegano, in tutti i nostri modelli, bobine tarate in risonanza.
Il nuovo Nexus Standard MP sarà, secondo noi, il miglior detector per uso generale del prossimo futuro, capace di lavorare in qualsiasi condizione.
Il Nexus Standard MP sarà il nostro nuovo top di gamma e offrirà performance ineguagliabili da nessun altro detector VLF/IB (Ndr. Very Low Frequency/Induction Balance – Frequenze Molto Basse/Equilibrio di Induzione). Sarà più versatile, potrà lavorare in condizioni di terreno davvero difficili come la sabbia nera (ad alta concentrazione di magnetite), avrà una grandissima stabilità su terreni altamente conduttivi e sarà capace di performance al top anche al mare in battigia.
L’MP è progettato con l’idea di utilizzare le proprietà ferro-magnetiche del terreno come mezzo di conduzione delle onde elettromagnetiche. Questo permette all’MP di raggiungere profondità in terra ancora maggiori di quelle verificabili in aria.
La qualità più importante del Nexus MP è la sua capacità di bilanciarsi perfettamente in ogni tipo di terreno e/o mineralizzazione, senza discriminarlo. Discriminare la mineralizzazione porta alla falsa idea di poter avere performance su condizioni di terreno mineralizzato, mentre con MP noi lo “compensiamo” esattamente come quando lavoriamo su un terreno normale.
Durante i nostri tantissimi e rigorosi test, l’MP ha dimostrato di avere una reale maggiore capacità di penetrazione in profondità rispetto ai precedenti modelli Nexus, ed è anche più stabile in ogni condizione.
LC: Dovremo aspettare molto per vederlo sul mercato? Finora abbiamo visto solo qualche video e qualche foto…
GC: Abbiamo intenzione di mettere sul mercato internazionale il Nexus Standard MP a partire da Febbraio 2015.
LC: Dando uno sguardo al vostro sito web (www.nexusdetectors.com), ho notato che non avete ancora inserito in catalogo un modello subacqueo o quantomeno immergibile. Come può immaginare, migliaia di italiani utilizzano il detector in spiaggia e battigia e sarebbero davvero interessati ad avere una macchina immergibile competitiva, potente e affidabile che sappia gestire bene la mineralizzazione salina. State lavorando ad un modello subacqueo con queste caratteristiche?
GC: Non è nostra intenzione lavorare ad un detector immergibile nel prossimo futuro.
LC: I vostri detector sono completamente analogici. I grandi costruttori internazionali come XP, White’s, Minelab etc. si stanno concentrando sulla tecnologia digitale, usano DSP (Digital Signal Processing) etc. Vedremo presto un Nexus digitale?
GC: Abbiamo già sviluppato un progetto digitale che però non utilizzeremo, questo perché le soluzioni digitali sono ancora molto lontane dagli standard di performance e dalla precisione nella taratura (Ndr. Per il bilanciamento, per l’impostazione della discriminazione e sensibilità) che possono offrire i modelli analogici.
I cercatori spesso sono fuorviati dall’idea che “il digitale è meglio dell’analogico”. Ma se guardiamo un qualsiasi detector in commercio, non c’è nulla di veramente digitale nelle piastre e le piastre sono il principio e la fine di tutto in un metal detector. (Ndr. Il sistema FBS2 sviluppato dalla Minelab per il loro CTX3030, prevede una conversione analogico-digitale del segnale nella piastra. Ma questa conversione è effettuata solo al fine del trasferimento dei dati verso l’unità centrale. L’acquisizione “vera” del segnale dal terreno, è ancora puramente analogica anche nel CTX3030).
Se la tecnologia del sensore, ovvero della piastra di ricerca, è puramente analogica, l’elaborazione digitale può solo offrire un po’ di comodità, pagando però un certo prezzo in termini di performance.
La tecnologia digitale può offrire un certo numero di semplificazioni, ma non tanti miglioramenti di performance. Le migliori prestazioni ottenibili dai progetti digitali sono sempre quelle che si hanno quando si opera in modalità di impostazione manuale, ciò per dire che un processore digitale può essere utilizzato per rimpiazzare un pomello manuale, ma alla fine i giochi sono quelli…
La tecnologia digitale è ancora molto lontana dalla raffinatezza e dalla sensibilità della percezione sensoriale umana, che sono gli aspetti più importanti del metal detecting.
LC: Nelle mie precedenti interviste con altri progettisti e capi ingegneri di celebri aziende, ho avuto differenti risposte circa la possibilità di ulteriori significative evoluzioni e miglioramenti della tecnologia VLF/IB. Qualcuno mi ha detto che si è praticamente quasi raggiunto il suo limite teorico, qualcun altro invece, in contrasto con la sua ultima risposta, ha affermato che l’elaborazione digitale del segnale può offrire grandi incrementi di performance. Qual è la sua prospettiva su quest’argomento?
GC: Come ho appena detto, a mio parere il digital signal processing non porterà nessun significativo miglioramento nelle prestazioni dei detector VLF/IB. Ci sono numerosi nuovi detector digitali sul mercato ora, ma sono tutti sullo stesso livello di performance. Nessuno di questi “stacca” i modelli concorrenti analogici, a dispetto di quanto spesso viene reclamizzato.
Nell’ambito analogico, permettimi di dirti una cosa, aspetta di vedere il Nexus Standard MP, perché questo detector farà veramente la differenza per coloro che sono interessati in performance estreme.
LC: La tecnologia Pulse Induction è sul mercato di diversi anni ma sembra che sia ancora all’inizio della suo sviluppo evolutivo. Alcune aziende importanti stanno attualmente lavorando per dare ai PI una vera discriminazione, un minor consumo di energia e un miglior bilanciamento del terreno. La Nexus è interessata a contribuire allo sviluppo di questa tecnologia “Time Domain”? (Ndr. “nel Dominio del Tempo”, a differenza delle VLF/IB che sono “nel Dominio delle Frequenze”).
GC: Sembrerò ripetitivo ma il nuovo MP, messo a confronto con molti PI di alto livello, ha raggiunto prestazioni simili e spesso li ha battuti nella maggior parte dei terreni, con la sola esclusione di sabbie nere estremamente ricche di concentrazione di magnetite.
MP è superiore a qualsiasi PI in termini di discriminazione ed è decisamente molto più reattivo, caratteristica fondamentale in terreni infestati da ferraglia.
In condizioni di terreno normali, i PI non hanno mai raggiunto il livello di prestazioni dei detector Nexus con taratura di risonanza, specialmente quando sono equipaggiati con la grande piastra “Ultima”.
I Pulse hanno le stesse limitazioni sul terreno che hanno i VLF/IB perché entrambi utilizzano piastre simili basate su bobine con avvolgimenti di filo conduttore. Quindi, almeno per il momento, non ci occuperemo di Pulse Induction e rimarremo concentrati a sviluppare le prestazioni dei nostri detector VLF/IB.
LC: Non voglio sembrarle sgarbato ed insistente ma ho posto questa domanda anche agli altri intervistati e sarei interessato a conoscere anche la sua risposta. Oggigiorno le piattaforme “Open Source” (Ndr. Software libero e gratuito) sono praticamente in ogni dispositivo. Possiamo trovare Android/Linux ovunque, incorporato in TV, smartphone, lettori multimediali, bancomat e persino nei distributori di bibite! La Minelab ha iniziato ad introdurre questa filosofia quantomeno in una parte della piattaforma software del loro CTX3030 (molti codici sorgenti sono disponibili nel loro sito web). La Nexus abbraccerà questo tipo di approccio nel prossimo futuro? Vedremo modelli con software che potrà essere modificato da altre aziende o da utenti particolarmente competenti esattamente come accade con tantissimi smartphone?
GC: Le parti digitali non hanno nulla a che fare col metal detecting, a prescindere da quanti costruttori si stiano dedicando a questa evoluzione di progettazione. A mio parere questo è semplicemente un modo per trasformare un metal detector in un oggetto di intrattenimento.
Noi, alla Nexus, siamo ancora costruttori di metal detector destinate ad un uso professionale.
LC: Grazie mille Mr. Chaushev! E’ stato veramente un piacere intervistarla. Vuole aggiungere qualcosa per i nostri lettori?
GC: Come dice un mio caro amico: “Ci sono tanti modi per costruire un detector che trova roba a 20-25 cm nel terreno. Ma ce ne sono davvero pochissimi per farlo andare molto più giù…”. Se siete tra coloro che sono interessati agli oggetti davvero molto profondi, prendete in considerazione un Nexus…
Grazie mille per il tuo tempo Leonardo e i miei migliori auguri a tutti i cercatori!
bell’intervista!
Grazie Gianni!
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