TEST: Nexus CREDO DDM – Pure Power!
Era molto tempo che accarezzavo il desiderio di mettere le mani su un detector della Nexus. Questo marchio inglese, da anni sul mercato, ha sempre avuto fama di prodotti ad alta potenza. Chi ha posseduto un Nexus della passata generazione ha sempre confermato questo assioma, ribadendo le caratteristiche di eccellenza per quanto riguarda la profondità di rilevazione dello strumento. Ahimè, i possessori di queste macchine hanno sempre espresso perplessità circa la stabilità complessiva dei Nexus, specie nella ricerca vera sul campo. Si tratterebbe quindi di veri e propri “stalloni di razza” che però vanno domati con pazienza e perseveranza. L’ing. Georgi Chaushev, capo progettista e direttore generale della Nexus, che a breve intervisteremo in esclusiva, ha rilanciato la scommessa con una nuova generazione di metal detector dalle caratteristiche innovative e davvero molto interessanti. Qualche mese fa infatti, l’azienda bulgara ha presentato sul mercato una nuova linea di prodotti che va a sostituire quella precedente e di cui abbiamo già fatto cenno. Quattro nuovi modelli: Standard Mk2, Credo DDM, Credo e Bonanza. Li ho elencati volutamente in ordine di performance: dal top di gamma Mk2 all’entry level economico Bonanza. In attesa di farci mettere le mani (speriamo a brevissimo) sul modello hi-end, il distributore nazionale Mediaelettra ci ha inviato il secondo modello: Credo DDM, dove DDM sta per Definite Discrimination Meter (Misuratore Definito di Discriminazione). Questo modello DDM si differenzia dal fratello Credo proprio per l’implementazione di un sistema visivo di indicazione della NON-FERROSITA’ dell’oggetto rilevato. Il Credo DDM infatti presenta una fila di led rossi che si accenderanno in quantità proporzionale alla conduttività dell’oggetto rilevato. Maggiore è il numero di led accesi, maggiore sarà la conduttività dell’oggetto. Tutto ciò, unito alle capacità multitonali della macchina, ci permetterà di capire agevolmente se il target rilevato è “buono” o no. Colgo l’occasione per dire che il modello top di gamma, Standard Mk2, implementa un sistema a led bicolori: luce blu per i metalli ferrosi e luce rossa per quelli non ferrosi.
Ma le caratteristiche interessanti di questa macchina non si fermano qui. Prima di tutto va ricordato che il Credo DDM è una macchina NO-MOTION. Per i non esperti val la pena ricordare che questo tipo di detector, a differenza dei modelli MOTION, non richiede il movimento della piastra per rilevare un oggetto metallico. Le macchine NO-MOTION sono le più indicate per ricerche in contesti dove è difficile muovere la piastra per via di ostacoli naturali (sassi, piante etc) o dove è importante avere la massima separazione degli oggetti per via della presenza massiccia di ferraglia (es. zone di battaglia). Altra caratteristica interessante è legata alla possibilità di cambiare la frequenza operativa semplicemente cambiando la piastra. Questa caratteristica, già nota ai possessori di macchine Minelab serie X-Terra, da la possibilità all’utente di adattare il detector a seconda del tipo di ricerca che siamo interessati a fare o al tipo di terreno. Il Nexus Credo DDM viene fornito con una piastra di serie da 13” DD che fa funzionare il detector a 6 kHz, una frequenza ottimale per la ricerca di monete e relics in terreni non eccessivamente mineralizzati. Sono anche disponibili come accessori, le piastre da 10” DD a 7 kHz, che offrono una migliore separazione dei target, pur perdendo qualche cm in profondità, la 10” DD a 18 kHz, per ricerche di oggetti molto piccoli o sottili, e la 7” DD a 8 kHz, per zone con alto tasso di sporcizia o dove la mobilità della piastra è fattore critico.
La piastra da 13” DD, realizzata in fibra di vetro e non in resina epossidica, è abbastanza leggera considerando la sua notevole stazza. L’utilizzo della fibra di vetro permette di coniugare leggerezza e migliore stabilità nel tempo della taratura delle bobine. Per altro, mi preme sottolinearlo, la vera forza delle piastre Nexus per Credo, sta nella maniacale taratura di risonanza effettuata in fabbrica (99%), che assicura una stabilità e una performance straordinaria.
La qualità dei materiali impiegati dalla Nexus è davvero ottima. Il detector, montato, si dimostra molto solido e privo di giochi meccanici. Per altro il sistema di tubi collassabili permette di allungare ed accorciare l’asta per rendere agevole la spazzolata anche in ambienti angusti o su terreni non pianeggianti. La configurazione delle aste è di tipo “Andersen” ovvero con canna dritta e con control box montato sopra la maniglia. Il vano batterie invece è posizionato sotto il bracciolo poggia-gomito (che non è fornito di fascia di fermo… peccato!) e che va riempito con 10 batterie stilo da 1.5v. Complessivamente la macchina è ben bilanciata anche se la piastra da 13” forse sposta un pochino in avanti il peso. Sono certo che montando la 10” o la 7” l’ergonomia complessiva non può che migliorare.
Il control box è dotato di 6 pomelli e tre interruttori per la regolazione di: Sensibilità, Ground Balance, Discriminazione, Multitonalità, Soglia, Volume, Recovery Speed (3 modalità: Lento, Medio, Veloce), Test Batteria e modalità ALL-METAL/DISCRIMINAZIONE. Per accendere la macchina basterà ruotare il pomello del volume. Sentiremo un click e per qualche istante la fila di led rossi si accenderà per mostrarci il livello di carica della batteria. Se vogliamo acquisire familiarità con la macchina, i suoi suoni, le indicazioni visive e quant’altro, senza perdere troppo tempo con le regolazioni, è possibile impostare una modalità completamente automatica che regolerà da sola i parametri di sensibilità, ground balance e discriminazione. In questa modalità non dovremo preoccuparci di nulla se non di spazzolare e scavare i target che verranno segnalati come “buoni” dall’audio e dai led rossi. Ovviamente tutto ciò ha un costo in termini di performance, con una perdità di efficienza piuttosto consistente. Personalmente la modalità automatica la riserverei alla ricerca in spiaggia e a quella nei parchi pubblici, dove la profondità non è fattore critico. Il pomello del multitono permette, portandolo a Zero, di impostare la macchina in monotono. A questo punto la macchina emetterà un solo tipo di suono per tutti i target non discriminati. Viceversa, ruotando il pomello, si attiverà la modalità multitono e sarà possibile variare l’acutezza del suono. E’ bene chiarire subito, a scanso di equivoci, che il multitono del Nexus Credo non è di tipo “discreto” ma bensì si tratta di una multi tonalità “continua” senza salti netti. Chi conosce il C-Scope990 sa di cosa parlo. Per chi non lo conosce, vale la pena chiarire che le differenze tonali tra i vari tipi di target non sono così nette, come quelle per esempio del Garrett ACE 250, ma bensì sono più sfumate, proprio per il fatto che il Credo DDM è una macchina NO-MOTION, dove le variazioni di identificazione possono essere davvero sottili. Cosa significa questo dal punto di vista pratico? Semplicemente che sarà un po’ più lunga la curva di apprendimento per imparare a distinguere i vari metalli in base al suono. D’altra parte però, specie con la discriminazione al minimo, tutto ciò farà la gioia di chi fa ricerca militaria, dove le varie “sfumature” sonore del ferro possono fare veramente la differenza tra lo scavare un chiodo… e nel portare a casa una baionetta o un elmetto.
Il sistema di bilanciamento del Credo DDM può essere, come già anticipato, completamente automatico o, volendo, manuale. Impostandolo in questa seconda modalità ovviamente potremo tirar fuori il massimo delle prestazioni della macchina. C’è però un rovescio della medaglia. Il pomello che controlla il livello di bilanciamento ha forse una corsa un po’ breve: meno di un giro completo. Tradotto in parole povere significa che bisognerà tarare la macchina con un bel po’ di pazienza perché la risoluzione del pomello non è delle migliori (specie se si pensa che ci sono detector che hanno un pomello multi-turn con ben 11 giri!). Durante le mie prove in ricerca vera ho capito che probabilmente la migliore soluzione, quella che offre più vantaggi, è quella di mettere la macchina leggermente in sovrabilanciamento. In questo modo il Credo DDM diventa molto più stabile, silenzioso e i falsi segnali sono quasi nulli. Per chi invece ha pazienza, cuore robusto e volontà di ferro, il sottobilanciamento permette di ottenere risultati strepitosi, mai visti su altre macchine VLF.
Il Credo DDM è un mostro di potenza. Una specie di Lamborghini dei detector. Ma, come tutte le Hyper-Car, bisogna avere un bel po’ di “manico” per saperla guidare ed evitare di finire fuori strada dopo la prima curva. Mi mette davvero pensiero l’idea che il modello top di gamma, lo Standard Mk2, sia dotato di piastre ad alta energia da 124 Volts! Non vedo l’ora di provarlo!
La discriminazione del Credo DDM è ottima. Il pomello permette di regolare l’abbattimento dei target non desiderati in maniera molto efficace. Per altro, cosa a me molto gradita, la discriminazione è efficace, semplicemente girando il pomello, anche su target nobili, a differenza di altri detector dove non è possibile discriminare le più comuni monete. Qualcuno potrà chiedere: “ma perché discriminare le monete?” . La mia risposta è semplice: “E perché no?”. Il sistema di discriminazione, forse perché sono abituato alle macchine White’s, deve poter eliminare TUTTI i target possibili, non solo quelli ferrosi. Sarà una mia fisima, ma preferisco le macchine che mi danno questa possibilità.
Come al solito, la prima prova che effettuo con i vari detector è sempre quella nelle peggiori condizioni: terra fortemente mineralizzata (ematite e ferraglia decomposta), tralicci dell’alta tensione a distanza ravvicinata e fili del telefono sopra la testa. In queste condizioni il bilanciamento della macchina non è affatto semplice. Basta però mettere il pomello in leggero sovrabilanciamento e il Credo DDM diventa un agnellino… con le zanne di un lupo! Sia in ricerca vera che in test controllati, la macchina ha evidenziato una potenza straordinaria. Come si vede nei miei video, sia come profondità assoluta, sia come gestione dell’Iron Masking, il Credo DDM si dimostra una delle macchine più performanti che io abbia mai provato. Ribadisco, per trasparenza, che la piastra DD da 13” forse non è la miglior soluzione in terreni estremi, specie con grande presenza di ferraglia, ma con il giusto settaggio è possibile lavorare anche nelle condizioni più complicate. La multi tonalità, come già detto sopra, richiede un po’ di addestramento per via della sua impostazione “analogica”, ma sono certo che basteranno poche uscite per imparare a riconoscere i vari target con una buona precisione. Il sistema a LED è molto utile, specie nei primi giorni di utilizzo, per capire di quale natura è il target. Tra l’altro, grazie alla sua precisione, è il perfetto complemento della parte sonora. Bisogna solo abituarsi a coordinare l’aspetto visivo con quello acustico e vedrete che questo detector vi darà soddisfazioni davvero importanti.
La recovery speed, regolabile su tre posizioni con un apposito interruttore, è più che soddisfacente. Va detto che con la piastra in dotazione (13” DD), così grande e “spanciata” in senso orizzontale, non si possono pretendere miracoli in termini di separazione. D’altronde questa piastra nasce per terreni con target radi e poco frequenti.
Su terreni poco mineralizzati, dove porto sempre le macchine nei test successivi, ho potuto verificare come le prestazioni di profondità e discriminazione del Nexus Credo DDM migliorino in maniera significativa. Nei video che ho girato, pur se non ho neanche tentato di portare al limite la macchina, ho potuto dimostrare che le prestazioni sono davvero superlative. Anche in questo contesto l’identificazione multitonale richiede un po’ di “orecchio”, ma sono certo che l’applicazione paziente porta sempre a risultati di grande soddisfazione.
I test in aria stavolta non li ho volutamente pubblicati. Perché? Semplicemente perché i valori riscontrati sono straordinari. Non mi è mai capitato di registrare performance così fuori dal comune. Ecco perché ho preferito non pubblicare questi dati e ho voluto concentrarmi maggiormente sulle prove su campo.
Concludendo, il Credo DDM rappresenta ad oggi una delle macchine che, nelle giuste mani, può dare risultati sbalorditivi. Richiede pazienza, studio, applicazione ed un pizzico di malizia detectoristica per dare il meglio di se. Sicuramente avrei preferito un sistema di bilanciamento con una risoluzione maggiore, che permetta anche all’utente meno esperto di settare la macchina in modo preciso e meno problematico. Ma gli “Stalloni” sono così… Selvaggi, potenti e affascinanti da domare…
Leonardo/”Bodhi3″
Direttore AMD Tech Team
VIDEOTEST – Clicca QUI
Informazioni: Mediaelettra – Web: www.mediaelettra.com
Grazie per la recensione, Leonardo. Sinceramente ci sto facendo un pensierino.
E’ un piacere… 😉
Ottimo test Leo sicuramente sarà il regalo per natale
Grazie mille Claudio!
Sono sicuro che ti divertirai.
Leonardo
Leo mi consigli la piastra da 13 o da 10 grazie
La 13″ è effettivamente un po’ ingombrante e sbilancia leggermente il detector in avanti. La consiglio su terreni con poca sporcizia e senza una mineralizzazione estrema, per ricerche un po’ estreme. La 10″ DD la vedo più polivalente e “tuttofare”, senza grandi perdite di profondità sulle monete, ma senz’altro più adatta su terreni un po’ sporchi.
Grazie 🙂
Ciao ma secondo te fra il nexus credo e il desert gold senza guardare il control box ? E magari per usarlo più al mare