TEST: Prima Prova “in Ricerca” del White’s Spectra V3
Dopo giorni e giorni di maltempo, finalmente sono riuscito a provare lo White’s Spectra V3 “sul campo”. Non si è trattato di un test “simulato” ma di una vera due giorni di ricerche in contesto reale!
Il primo giorno, sabato, ho affrontato due campi agricoli con terra rossa molto mineralizzata (direi un valore 3.5 su 13.5 della Scala di Jeff Foster con 0 Max e 13.5 Min) mentre il giorno successivo l’ho dedicato ad un parco pubblico con erbetta bassa e terreno con mineralizzazione media (valore 5.0-6.5 della Scala Foster) ma con grande inquinamento da alluminio consistente in un tappeto di carta stagnola e linguette di lattina.
Appena accesa la macchina e scelto il programma (sono partito con un tranquillo “Coins & Jewerly”) ho subito provveduto, come raccomandato dal manuale, a bilanciare la macchina tirando il grilletto, tenendo premuto il tasto ENTER e “pompando” quattro/cinque volte la piastra sul terreno fino a sentire un suono di soglia stabile e vellutato. Questa procedura può essere fatta anche solo a macchina appena accesa ma, personalmente, raccomando a tutti di ripeterla qualora si notasse una drammatica variazione di tipologia del terreno.
Non è obbligatorio fare tutto ciò, dato che il sistema AUTOTRAC di bilanciamento automatico funziona veramente in modo egregio ma, in caso di passaggi estremi, gli si rende vita più semplice.
Il settaggio Factory “Coins & Jewerly” (Monete e Gioielli) è un programma con impostazioni molto rigide in fatto di discriminazione e con settaggi di potenza molto conservativi, in piena tradizione White’s. Riguardo al primo aspetto, la rigidità nel discriminare appunto, va però detto che, rispetto al suo anziano genitore DFX, non penalizza eccessivamente le performance nel senso della profondità grazie ad una notevolmente aumentata precisione nell’identificazione dei target da parte della macchina. Ma tornerò più avanti a parlarne dettagliatamente.
La macchina, col programma caricato e adeguatamente bilanciata, si è dimostrata molto molto stabile. Personalmente ho da prima pensato che tale “tranquillità” fosse esclusivamente data dai settaggi di gain e sensitivity notoriamente, come accennavo prima, bassini. Ho quindi, pigiando un paio di tasti, provveduto ad aumentare il valore di DISCRIMINATION SENSITIVITY (conosciuta nell’XLT/DFX come AC SENSITIVITY) a valori molto alti, fino a 92 su 100 e impostando l’RX GAIN (nel mondo XLT/DFX si chiamava PreAmp Gain) a 14 su 15 ed avevo ancora una macchina con quasi nessun segnale falso. Stupendo!
Come prima uscita ho preferito divertirmi ad usare le tre frequenze tutte insieme, con settaggi non estremi, per verificare il comportamento sostanzialmente “normale” della macchina piuttosto che puntare subito all’Exploit… Ci sarà tempo e modo per cercare di fare i Record!
Lo Spectra, ben bilanciato anche se leggermente più pesante del papà DFX, ha iniziato subito a dare i suoi frutti iniziando a farmi trovare oggetti non ferrosi a varie profondità. Ho trovato schegge di piombo piccoline anche a 20 cm di profondità in un terreno piuttosto ostico dal punto di vista della mineralizzazione.
Il display è sempre molto visibile anche in condizioni di pieno sole e, di giorno, si può tranquillamente tenere con la retroilluminazione spenta dato che si vede comunque benissimo e anche i colori sono sempre abbastanza vividi.
Immagino che chi non sia abituato a display particolarmente ricchi di informazioni tipo Minelab E-TRAC / EXPLORER o White’s XLT e DFX si possa sentire un po’ confuso all’inizio dalla “spettacolare” ricchezza visiva del V3. Nei programmi standard di solito abbiamo (aggiornati in tempo reale!) in contemporanea ben TRE spettrografi colorati, uno per ogni frequenza (2.5KHz, 7.5KHz e 22.5KHz), la scala di discriminazione che indica visualmente quali VDI sono rifiutati e quali accettati (questa cosa mi manca molto sul DFX!), l’indicazione del numero VDI del target rilevato, le due icone che rappresentano graficamente la prima possibile identificazione e la seconda in ordine di probabilità (es. Linguetta e Anello d’oro o Moneta e Tappo a vite), il profondimetro in tempo reale (impostabile in pollici o in centimetri –anche a livello di prima cifra decimale o sotto forma di frazione!), delle piccole icone di servizio che indicano il funzionamento delle cuffie wireless e del TX BOOST (amplificazione del segnale trasmesso), due pulsanti LIVE CONTROL per le modifiche “al volo” e tutto questo è solo UNO dei modi di ricerca attivabili nel Vision!
Tutto ciò non ci deve spaventare, anzi! Dopo un po’ impareremo ad apprezzare davvero tantissimo le informazioni che lo Spectra ci da.
Ma prima di andare avanti, sgombriamo subito il discorso da un dubbio fondamentale… Lo Spectra V3 può TRANQUILLAMENTE essere usato con grande profitto ANCHE SENZA MAI GUARDARE IL DISPLAY!
Ci tengo a sottolineare questo aspetto perché molti cercatori, specie i veterani del detecting, hanno espresso parecchie perplessità sulla concreta utilizzabilità di questa macchina in modo, come dire, “old school”. Ribadisco che la parte audio del V3 è davvero superba e garantisce anche all’utente “NO-DISPLAY-GRAZIE!” ricerche piene di soddisfazione.
Il V3 E’ infatti dotato di:
1) Ricerca in Discriminazione “MOTION” con soglia di base e segnalazione in monotono o multitono programmabile a 2, 3, … fino a 195 toni diversi ovvero uno per ogni VDI
2) Ricerca in ALL-METAL “NO MOTION” con soglia di base e segnalazione normale o con VCO
3) Ricerca in MIXED-MODE “MOTION+NO MOTION” ovvero il meglio di entrambe le precedenti!
Non manca quindi una ricchezza di dettaglio audio che renderà la ricerca SENZA DISPLAY comunque molto efficace ma è ovvio però che non si è pagato il V3 per non utilizzare mai le informazioni visive che ci fornisce!
Dopo questa doverosa precisazione, passiamo alla pratica…
Individuato un target grazie ad un suono alto, solido e ripetibile, un occhiata al display per verificare la risposta delle tre frequenze e il valore VDI, ecco cosa normalmente dedurremo: “OK…NON FERROSO… VDI=tra 52 e 56… Probabile moneta da 10 cents… Profondità 15.5 centimetri…Evvai! Si Scava!”
A questo punto possiamo fare due cose: tirare il grilletto e passare in modalità PIN POINT, dove tre barre colorate in rosso, verde e blu, associate alle tre frequenze (ovviamente se ci troviamo in questa modalità, altrimenti ne verrà visualizzata solo una), ci indicheranno la risposta in tempo reale del target a queste ultime. Muovendo la piastra con il solito gioco a “T” o a “X” e esaminando le tre barre avremo immediatamente conferma del centraggio e, contemporaneamente, della probabile tipologia del materiale. Per fare un esempio, se la barra più lunga sarà quella legata alla frequenza 7.5KHz, è molto probabile che il metallo indagato sia quello di una moneta tipo 10, 20 o 50 cents. Se invece vediamo spuntare sulle altre la barra dei 22.5KHz, al 99% si tratterà di oro o alluminio. Ovviamente anche il modo PIN POINT ci da la profondità in tempo reale del target. Una cosa che ho notato è che con la piastra D2 da 10” doppia D, il profondimetro tende ad essere molto più preciso a partire da profondità maggiori di 5-7 cm. Se invece il target è più superficiale mi è capitato più volte che l’indicazione fosse errata specie se il target aveva una forma irregolare. Mi riprometto di effettuare altre verifiche in tal senso per vedere se ci sono delle correlazioni. Una cosa fantastica è stata la precisione e la stabilità del profondimetro con target veramente profondi.
Una piccola parentesi… Il secondo giorno, nel parco pubblico con terreno a media mineralizzazione, ho voluto fare un test un po’ estremo: ho sepolto una moneta da 1 euro (quindi a composizione mista), forse la più “difficile” delle monete in attuale circolazione, a non meno di 24-25 cm di profondità. E’ vero che il segnale audio era fortemente dubbio e che c’era uno “spargimento” di barre nello spettrografo ma, nota positivissima, queste barre erano al 90% nella zona “NON FERROSA” della scala VDI e che il profondimetro mi indicava in maniera STABILISSIMA la giusta profondità della moneta! In questo caso io avrei certamente scavato! Se il profondimetro mi avesse dato valori “ballerini” magari avrei anche potuto pensare ad un falso segnale ma, data la sua stabilità, era un messaggio chiaro del V3 che mi diceva “Ascolta… E’ NON FERROSO all’80-90%, non capisco bene cos’è perché c’è un casino terribile con la mineralizzazione e il bersaglio è veramente profondo. Ad agganciare, l’ho agganciato… si trova tra i 23 e i 24 cm. Ora decidi tu: o provi a giocare con i filtri ground, per vedere se riesco a capire meglio cos’è, o scavi un po’ di terra e poi riproviamo a vedere cos’è sto’ coso…”. E’ bastato infatti smuovere un po’ di terra per veder restringere lo “spargimento” delle barre dello spettrografo e la variabilità del VDI. Bingo! Si scava!
Va detto che è necessaria un po’ di pazienza e applicazione per imparare a centrare il target con la D2. Come tutte le Doppia D richiede una tecnica spesso leggermente diversa della “X” e qualche volta sembra che vengano prodotti segnali “fantasma” che spostano il punto vero a lato di quello indicato.
L’ultima cosa che possiamo fare prima di scavare, oltre quindi al PINPOINT, è passare in modalità ANALISYS SCREEN tirando il grilletto in avanti. A questo punto apparirà un grafico bidimensionale ad ogni passata di piastra sul target. Qui le tre frequenze saranno espresse sotto forma di tre curve indipendenti colorate in rosso, blu e verde. La forma delle curve: irregolare, piatta, frastagliata, a “gobba di cammello”, la loro ampiezza verticale e orizzontale, le eventuali “doppie gobbe” o gli avvallamenti prima o dopo la gobba principale ci forniranno informazioni preziose sia sulla forma, sulla dimensione, sulla composizione (a seconda della frequenza dominante) e addirittura sulla posizione (di piatto o di taglio) del target. Sono forse informazioni che molti chiamerebbero ridondanti ma che, a mio modesto parere, rendono la ricerca ancora più divertente.
La separazione dei target è eccellente, ma mi aspettavo tutto ciò dalla piastra D2. La reattività della macchina in segnalazione è sicuramente all’altezza delle aspettative.
Va ulteriormente aggiunto che la cosiddetta Recovery Speed è totalmente programmabile ed adattabile al maggiore o minore “inquinamento” ferroso del terreno. Target non ferrosi vicini a target ferrosi anche dimensionalmente importanti vengono quasi sempre correttamente e chiaramente segnalati. Sarà inoltre possibile riconoscere queste situazioni sia attraverso l’audio, con un chiarissimo e veloce “singhiozzo” iniziale, che attraverso le informazioni visuali laddove negli spettroscopi verranno visualizzate barre sia dal lato ferro che dal lato non-ferro.
Altro test che ho effettuato è stato il seguente: ho preso una moneta da 1 euro (come dicevo prima, la più “tosta” del panorama EURO) e sopra ci ho messo un mattoncino refrattario delle dimensioni 10x10x2.5 cm.
Il mattoncino quindi copriva ampiamente la moneta. Passo la piastra e la segnalazione è stata PERFETTA! VDI stabilissimo, spettrografo con barre strette nel non ferroso e ANALISYS SCREEN con le gobbe che indicavano un target rotondo e delle dimensioni giuste. Ok! Aggiungo un altro mattoncino… E siamo a 5 cm di spessore… riprovo… Ancora PERFETTO!!!
Esperimento ESTREMO: scavo una buca di 10 cm in terra fortemente mineralizzata, metto la moneta sul fondo, un pezzetto di mattoncino da 3 cm di spessore e sopra i due mattoncini a creare quindi un “tappo” di coccio di ben 8 cm. Ricopro tutto con la terra e passo la piastra. Ora inizio ad avere problemi. La segnalazione è instabile, il target è segnalato solo 1 volta ogni 4-5 passate e lo spettrografo mi da “barre sparse” su tutta la scala. Non so se avrei scavato un segnale così. E’ ovvio però che mi sono voluto mettere in una condizione assolutamente IRREALE solo per puro divertimento. La prossima volta voglio provare a “smanettare un po’” con i ground filter per vedere se posso fare qualche magia…
La giornata è finita con una sensazione molto piacevole. Quella di aver impiegato uno strumento potentissimo, preciso e divertente e che ha un margine di crescita ancora assai elevato. Le braccia e la schiena non sono troppo affaticate e questa è un’altra bella cosa…
Il secondo giorno sono voluto andare nel parco pubblico del mio paese. E’ un posto dove vado spesso per effettuare le mie prove, ha una mineralizzazione media, un terreno facile da scavare, non troppi sassi, quasi nessun coccio, erbetta bassa, si possono trovare monete ma anche tante tante tante tante tante linguette di lattina, tappi di bibite e pezzi di carta stagnola (LI MORTACCI LORO!!!!).
Una giornata piena di sole, poca gente in giro e il Test Park tutto per me… Evvai!
Sapevo già che i target in questo terreno sono situati al 90% entro i primi 10-15 cm quindi ho appositamente evitato settaggi troppo spinti concentrandomi di più sulla discriminazione ed identificazione. La precisione del V3 in questo senso è STRABILIANTE! Ho potuto velocemente capire quando segnala una linguetta tipo vecchio, tipo nuovo, messa di taglio o un pezzo di stagnola piccolo e uno grande.
Per non parlare poi delle monete! Il V3 dice “VDI=51… Sono 10 centesimi… Scava TONTO!!!”: Ragazzi… CASSAZIONE!!! Mai un errore!! E ti da VDI=51 sia appoggiata a terra, che sotto 10 cm, che messa di taglio!
Da questo punto di vista il Vision straccia il DFX!
Ti dice “VDI=55… Ciccio… Sono 20 centesimi…Che fai, li lasci li?”. Una stabilità spaventosa anche aumentando la Sensitivity e il RX Gain. C’è anche la possibilità di analizzare, premendo pochi tasti, la perdita di segnale dovuta alla mineralizzazione e la quantità di “Rumore Elettromagnetico” rilevato. Oltre a ciò, tramite un algoritmo, la macchina da anche un suggerimento circa il Gain da impostare per ottenere il massimo della performance. Queste informazioni ci possono anche suggerire l’adozione di una piastra diversa che, in condizioni difficili, possa fornire prestazioni migliori di quella fornita in dotazione.
In conclusione di questa “prima sessione di prove libere”, per usare un linguaggio da Formula 1, ho trovato lo Spectra V3 uno strumento potente, precisissimo, ricco di potenzialità, robusto ma soprattutto, almeno per il mio modo di vedere, TREMENDAMENTE DIVERTENTE DA USARE! E questo è un elemento che, in un hobby…ricordiamocelo…un HOBBY… va tenuto in assoluta considerazione.
Vi lascio con la promessa di altre prove, ancora più rigorose, e con la mia totale disponibilità a rispondere a quesiti di ogni genere sul V3.
Solo ad una domanda non risponderò: “Dove lo posso comprare?”. A garanzia di totale trasparenza e per rispettare le regole di concorrenza, lascio a voi la ricerca delle migliori condizioni d’acquisto.
Happy Vision Hunting!
Bodhi3